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Europa

Trekking in Scozia, il sentiero per Sandwood Bay

  • 26 marzo 201826 marzo 2018
  • by viportoviaconme

Il nord della Scozia é caratterizzato da numerosi percorsi di trekking che conducono in posti magnifici. Da incantevoli scogliere che baciano l’oceano a monti,come lo stac pollaidh, che vengono scalati ogni anno da moltissimi viaggiatori.

Se siete alla ricerca di silenzio, natura e forti emozioni non potete tirarvi indietro. Percorrete il sentiero che conduce alla seducente Sandwood bay, giudicata da molti siti web la più bella baia della Gran Bretagna.

Vi troverete nulla più assoluto completamente avvolti da un’intimità pazzesca.

Il sentiero verso la spiaggia di sandwood bay

Siamo nella piccola cittadina di Blairmore, nel Nord-ovest della Scozia. Qui parte il sentiero che conduce alla spiaggia di Sandwood bay. Lasciate la macchina nel parcheggio con i bagni pubblici che trovate subito dopo l’ingresso in città. Proseguite a piedi fino a trovare il cartello con la scritta “Sandwood” con freccia che vi indica di deviare a sinistra.

Superato un cancelletto di legno inizia la vostra escursione.

Il sentiero è sgombero e ben visibile. Si parte con una strada sterrata, rocciosa di un dislivello quasi inesistente. Subito potete ammirare sulla destra il Loch Aisir, lago di un colore blu scuro e profondo circa settanta metri.

sandwood bay

Proseguendo si arriva al Loch Na Gainimh, lago molto più grande e profondo più del doppio rispetto al primo. Poco più avanti si può scendere su una spiaggia color senape scuro, questa vi dà la possibilità di vedere da vicino il terzo laghetto, loch a’ Mhuillin.

Superati altri piccoli loch si inizia a intravedere la spiaggia e l’oceano. Qui la morfologia del terreno incomincia a cambiare da marrone e sassoso inizia a diventare più morbido verde e collinare.

Si incontrano greggi di pecore che pascolano libere e tane di coniglio ben visibili. Le pecore fanno due cose amorevolmente, mangiare e…. Perciò occhio a dove mettete i piedi, è un vero e proprio campo minato!

Dai filamenti di erba che vi arrivano alle ginocchia passate ad avere le scarpe che sprofondano nella sabbia. Piccole dune sabbiose  vi separano dalla baia e dall’oceano Atlantico. Il mare ospita anche un enorme faraglione facilmente visibile dalla riva.

Di fronte alla spiaggia vi è anche il Loch con le maggiori dimensione che possiate incontrare in questa escursione, il Loch Sandwood, lago ricco di trote marroni.

Per raggiungere Sandwood bay non è necessario essere degli atleti. Il dislivello tocca appena i cinquanta metri. Durante la nostra escursione abbiamo incontrato famiglie con bambini e gruppi di amici di ogni età.

sandwood bay

 

Sandwood bay – la spiaggia delle sirene

Una costruzione della natura perfetta sorretta da due importanti pilastri, il loch sendwood e l’ immenso oceano Atlantico. E’ una baia lontano da tutto. Non vi è strada asfaltata per raggiungerla ed è accessibile solo tramite un sentiero su strada sterrata lunga più di sei chilometri.

Sandwood bay è una baia di oltre due chiloemetri e si classifica come spiaggia più antica della Gran Bretagna. Le acque cristalline dell’oceano atlantico sposano il colore roseo di ogni singolo granello di sabbia.

E’ una baia isolata, particolare e misteriosa e su di essa girano anche molte leggente.

Uno spettro da molti anni si aggira a Sandwood bay. Il fantasma di un marinaio, unico superstite di un galeone spagnolo inghiottito dalla sabbia insieme al suo tesoro. Si dice che nelle notti più buie bussi alla porte del cottage di sandwood (avvistabile durante il percorso) in cerca di un riparo.

Oltre al fantasma in passato sono state avvistate delle sirene a riposo sulle rocce. Il contadino Alexander Gunn era alla ricerca di una delle sue pecore quando incontrò una strana figura sdraiata sugli scogli. Sostenne fino al giorno della sua morte che si trattava di una sirena non smentendo mai la sua versione.

Quindi guardatevi bene intorno..potreste non essere soli!

Protezione e monitoraggio del sentiero che conduce a Sandwood bay

L’intero sentiero che parte da Blairome e arriva sino alla spiaggia di Sandwood bay  è protetto e conservato da un associazione di volontari chiamata “John Muir Trust”. Si tratta di un ente benefico nato nel 1983 che prende il nome dal naturalista, ingegnere e scrittore scozzese John Muir.

Chi era John Muir?

John nasce nel 1838 a Dunbar, città sud-occidentale della Scozia, si appassiona sin da piccolo di botanica, scienza e geologia. Col passare degli anni sente crescere in lui un legame sempre più forte con la natura selvaggia e coltiva una profonda sensibilità riguardo il tema ambientale.

Nel 1868, dopo la visita alla valle dello Yosemite negli Stati Uniti, decide di iniziare la salvaguardia su questo parco. Da quel momento incomincia tutto un percorso dedicato alla protezione e alla conservazione di altre aree selvagge. E’ anche grazie a lui se oggi esistono lo Yosemite national park e il Sequoia national park.

Nel 1892 fonde l’organizzazione ambientale chiamata “Sierra Club”. La più grande organizzazione ambientale di tutti gli Stati Uniti. Ad oggi conta oltre tre milioni di membri e sostenitori.

(foto presa dal web)

Come aiuta il territorio scozzese l’associazione John Muir Trust?

La compagnia crede fortemente nei valori che John Muir sosteneva:

  • L’amore per la terra selvaggia
  • L’uomo fa parte della natura non ne è padrone
  • Viaggiare in luoghi selvaggi ricarica mente e corpo

Sul sentiero che conduce a sendwood bay:

Tengono pulito il percorso dall’inizio alla fine.

Monitorizzano l’erosione del terreno dovuta a escursionisti e alle intemperie climatiche

Controllano la fauna selvatica della zona, dai cervi alle migliaia di uccelli marini con un occhio speciale verso la rara specie di calabroni gialli.

Operano in più punti nella regione scozzese. Tengono sotto la loro ala protettiva i sentieri che conducono alle cime di Ben Nevis, di Schiehallion e di Glenlude. Stanno salvando i boschi di Glenlude e dell’isola di Skye.

Possiamo aiutare questa associazione benefica con un piccolo contributo. Nel parcheggio vicino alle toilettes c’è un box dove poter lasciare le donazioni.

(foto presa dal web)

La nostra esperienza

E’ tutta mattina che diluvia. Nel parcheggio di Blairmore nuvole cariche di pioggia stanziano sul sentiero che dobbiamo affrontare. Dopo due re di attesa il cielo si apre, è il momento giusto! Allacciamo gli zaini e a passo veloce prima che il tempo cambi idea e ci dirigiamo verso l’entrata del percorso.

I primi chilometri ci mostrano il tipico paesaggio scozzese. Loch che come diamanti si incastonano perfettamente nella terra e montagne che con l’ausilio delle nuvole basse creano uno sfondo da cartolina. Siamo solo noi due all’interno di un meraviglioso silenzio.

Arrivati in prossimità della spiaggia troviamo compagnia. Pascolano libere centinaia di pecore. Brucano, tengono d’occhio in nostri passi e ci accompagnano fino all’entrata in spiaggia.

Il vento sale, quasi ci sposta e su ogni granello di sabbia scende un aria misteriosa e un profumo malinconico. Tutto assume fascino e non esitiamo ad avvicinarci all’acqua che purtroppo non essendo illuminata dal sole non ci regala i suoi splendidi colori. Ci sdraiamo sulla spiaggia ad ascoltare le onde, un meritato relax dopo due lunghe ore di cammino. Meraviglioso, il tempo sembra fermarsi.

Prezzi ed informazioni utili

I costi dell’escursione

L’escursione alla spiaggia di Sandwood bay è completamente gratuita. Non si paga nessun ingresso. L’auto la si può lasciare nel parcheggio di Blairmore che è free e abbastanza capiente. Noi arrivando a metà mattinata lo abbiamo trovato quasi tutto libero.

Cosa portare con voi

Noi abbiamo percorso il sentiero per Sandwood bay nel mese di agosto. La temperatura si teneva tra i dodici e i quindici gradi. Il tempo non è stato clemente. In mattinata ha piovuto a dirotto,nel primo pomeriggio si è schiarito per poi tornare nuvoloso, classico clima scozzese.

Per affrontare al meglio l’escursione in questo periodo abbiamo portato con noi:

Scarponcini per il trekking: meglio se impermeabili,il sentiero se ha appena piovuto inghiotte i vostri piedi soprattutto nell’ultimo tratto collinare dove è tutto fangoso.

Mantella: Tenetela sempre nel vostro zaino. In una giornata scozzese potete conoscere tutte e quattro le stagioni

Repellente per i midges: Se siete fortunati e trovate un giornata di sole e poco vento dovete però preoccuparvi dei midges. Tenete sempre con voi lo spray per cacciare i fastidiosi moscerini che abitano le highlands scozzesi

Foulard e cappello: per proteggervi dal vento. Molto forte, in particolar modo quando si arriva alla spiaggia

Pranzo al sacco e acqua: Lungo il percorso non c’è nulla se non natura e silenzio. Portatevi scorta di acqua e qualche snack per il trekking

 

Piccoli suggerimenti per il trekking a Sandwood bay

Il percorso che raggiunge la spiaggia di Sandwood bay è lungo circa tredici chilometri (andata e ritorno). Il dislivello non supera i centocinquanta metri.

Lo si percorre in circa due ore (solo andata). Dipende dalle soste che fate,la vostra condizione fisica,etc ,etc.

Se prevista pioggia non scoraggiatevi e sappiate aspettare. Noi abbiamo atteso in macchina più di due ore, finita la pioggia siamo partiti e dobbiamo dire che aspettare ne è valsa la pena.

Lungo il tragitto non ci sono bagni, se avete bisogno usate le toilette nel parcheggio di Blairmore prima di partire.

Alcuni ragazzi incontrati sul sentiero portavano con loro tenda e provviste. Può essere una bellissima idea per godersi il tramonto in spiaggia e dormire lì.

I cani si posso portare ma devono essere al guinzaglio. Le pecore sono libere di pascolare e non va creato loro disturbo.

Il numero 999 o il 112 sono utili per tutte le emergenze. Polizia, ambulanza, soccorso alpino, etc. Se si è impossibilitati a parlare bisogna mandare un messaggio con richiesta di aiuto al numero 18000.

Le attività che si possono svolgere in Scozia sono davvero numerose. Oltre ai percorsi di trekking che attraversano le Highland si può passare una giornata a bordo di una piccola barca alla ricerca delle balene e della fauna scozzese, o fare kayak tra gli atolli dell’isola di skye.

 

 

 

 

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Whale watching in scozia, wildlife tour

  • 5 marzo 2018
  • by viportoviaconme

L’isola di Skye è la più conosciuta della Scozia. Celebrata per la sua straordinaria bellezza l’isola offre paesaggi da sogno e straordinarie opere naturali.

Tra le mete più popolari vi sono le Fairy Pool, le magiche piscine delle fate, l’Old Man of Storr, imponente monolito di quasi sessanta metri e la famosa cascata di Kilt Rock, che con un balzo di cinquanta metri si getta a picco nell’oceano.

 É proprio in queste acque che si nascondo animali affascinanti. Le Minke Whales nuotano al largo delle coste dell’isola e le scogliere sono abitate da numerose specie. Con un tour organizzato di whale watching è possibile ammirare la vasta fauna che vive nella penisola di Waternish.

Whale watching a Skye, le Minke whales

Le balene sono gli animali più grandi del pianeta, il loro cuore può raggiungere le dimensioni di un utilitaria. Non bisogna farsi spaventare dalla loro grandezza, questi sono grandi mammiferi pacifici.

Al largo delle coste del piccolo villaggio di Uig abita la Minke Whale, la più piccola della famiglia delle balenottere.

Conosciuta come balenottera minore o balenottera rostrata ha preso il suo nome inglese dalle baleniere norvegesi “Meincke”, che catturavano questa specie scambiandola con la balenottera azzurra.

 

La dieta della balenottera minore

Genericamente il nome “balenottera minore” viene utilizzato per indicare due differenti specie, la prima è la balenottera minore settentrionale o comune, mentre la seconda è la balenottera minore meridionale o antartica.

Come intuibile dal nome è la prima ad interessare le coste scozzesi e l’intero emisfero boreale. Questa si divide ulteriormente in altre tre sottospecie in base a caratteristiche morfologiche e area di diffusione.

La Minke whale non possiede una vera e propria dentatura, al posto dei denti la balenottera presenta fanoni.

Questi sono grandi lamine che il cetaceo usa per filtrare l’acqua dell’oceano e trattenere  i piccoli animali di cui si nutre. Nella balenottera minore i fanoni hanno dimensioni molto ridotte rispetto le altre specie, variando dai venti ai trenta centimetri al massimo.

Questa caratteristica evolutiva ha determinato la dieta della Minke Whale. Alimentandosi principalmente in mare aperto filtra acque ricche di Krill, costituito principalmente da minuscoli organismi e crostacei.

Per aumentare il volume di acqua filtrata durante l’alimentazione, gli esemplari di balenottera minore, hanno sviluppato delle grinze ed increspature a livello della gola. In questo modo il collo risulta espandibile per contenere e filtrare una maggiore quantità di acqua.

Durante la ricerca di cibo la balenottera può avvicinarsi notevolmente alle coste, penetrare nei fiordi per nutrirsi di piccoli pesci. Sono animali migratori che si spostano in base alle esigenze alimentari, anche se recenti studi hanno scoperto gruppi stanziali.

immagine presa dal web (https://www.justgiving.com)

Come riconoscere la balenottera minore

La Minke whale ha un corpo allungato, molto più snello rispetto a quello delle altre balene. Il muso è appuntito e sottile. Le loro dimensioni sono ridotte, la specie non supera i dieci metri di lunghezza.

La balenottera minore in superficie è facilmente confondibile con le specie a se affini, come la balenottera comune o la balenottera boreale. La pinna dorsale infatti è relativamente piccola e ricurva all’indietro, come nelle famiglie similari.

Un elemento che distingue e caratterizza il genere sono le pinne pettorali, queste presentano una striatura chiara, trasversale, che corre dall’attaccatura della pinna verso la punta.

Il resto del dorso dell’animale ha una colorazione scura, grigia tendente al nero. Sui lati si nota una sfumatura di passaggio, che dallo scuro della schiena si trasforma nel bianco del ventre.

Una caratteristica fondamentale per riconoscere la balenottera minore, anche a distanza, è studiarne la sequenza di immersione. Questi cetacei respirano volontariamente e in modo cosciente quando raggiungono la superficie.

La Minke whale, nella fase attiva, compie dai cinque agli otto respiri prima di immergersi nuovamente, per un lasso di tempo che varia dai dieci ai venticinque minuti. Durante gli spostamenti i getti si riducono a due tra un immersione e l’altra.

Il soffio d’acqua della balenottera può innalzarsi per due o tre metri in direzione verticale. Quando si immerge è quasi impossibile vedere la coda, in quanto non si tuffa verticalmente.

Nuota con una velocità  media che va dai cinque ai venticinque chilometri/ora. Possono raggiungere anche i quaranta chilometri/ora. Vivono di media quarant’anni.

Area di diffusione della Minke Whale

La balenottera minore comune ( o Minke Whale) è diffusa in modo irregolare nell’emisfero boreale.

Preferendo acque fredde questi giganti migrano durante le stagioni. In estate la presenza di balenottere è concertata a latitudini maggiori, mentre durante l’inverno è possibile imbattersi in questi anche a latitudini minori.

Alcuni studiosi ritengono che esistono esemplari che si spostano unicamente all’interno di un territorio che hanno riconosciuto come proprio.

Il wildlive tour e whale watching in Scozia

Durante la stagione più calda, che si estende da giugno a settembre, le Minke whales si avvicinano alle coste scozzesi.

Il periodo migliore per l’avvistamento delle balenottere è il mese di agosto, quando queste si approssimano alle acque costiere delle isole Ebridi.

In Scozia sono numerose le compagnie che offrono l’opportunità di partecipare a tour in barca o gommone per avvistare le balene.

Nelle isole Ebridi la società  “Puffins and Whales”, con sede a Uig, offre escursioni specializzate nell’esplorazione ed osservazione della fauna, che abita la piccola penisola di Waternish, sull’isola di Skye.

A condurre l’escursione tra le onde dell’oceano è il capitano Andi, persona sorridente e molto cordiale. Di origine svizzera, Andi è un marinaio esperto, per vent’anni ha navigato per gli oceani di tutto il mondo con differenti tipi di barche.

Dal 2008 organizza esclusivamente viaggi naturalistici a nord-ovest della Scozia, sull’isola di Skye.

La missione di “puffins and Whales” è quella di sensibilizzare l’uomo verso il mondo animale, sfruttando ciò che la natura offre a suo favore.

Come e dove avviene il tour

Il tour avviene su un’imbarcazione che ospita al massimo dieci passeggeri.

La barca ha una cabina interna che dispone di panche su cui rilassarsi al caldo e tenere compagnia al capitano. Il ponte posteriore esterno è  invece modificabile in base alle esigenze e alle condizioni metrologiche.

Un telone con finestre di plastica può avvolgere l’intero ponte in caso di maltempo, mentre in condizioni favorevoli i lati vengono aperti per godere liberamente del panorama.

Dal porto di Uig navigate lungo le ripide scogliere della penisola di Waternish per raggiungere la punta all’estremo nord. Questo è il luogo preferito dalle Minke Whale per nutrirsi.

Durante la navigazione verso nord gli scenari naturali sono straordinari. Alte cascate saltano nell’0ceano, pigre foche dormono sugli scogli mentre aquile reali perlustrano il cielo.

La rotta di ritorno prevede il passaggio per le isole Ascrib. Questi atolli sono disabitati e situate in un tratto di mare compreso tra la penisola di Waternish e quella di Trotternish.

Queste penisole vantano scogliere frastagliate, cascate e grotte, senza alcun dubbio una morfologia molto interessante.

 

Fauna avvistabile durante l’escursione

L’avventura tra le acque scozzesi non si concentra solo nel trovare le balene. Durante il tragitto in barca tenete sempre pronta la macchina fotografica perché vi sono molte specie avvistabili. Nel wildlife tour potete incontrare:

  • Pulcinella di mare
  • Minke whales
  • Squalo elefante
  • Foche grigie
  • Foche comuni
  • Delfini comuni

Non mancano molte specie di uccelli e uccelli marini come:

  • Aquila reale
  • Cormorano
  • Gabbiano
  • Sterna comune
  • Skua
  • Gazza marina
  • Beccaccia di mare
  • Guillemot comune

Questa è la fauna che vive in questo territorio, ma alla natura non si comanda. Essendo animali selvatici si spostano in continuazione in base alle esigenze alimentari, non sarà possibile avvistare ogni specie elencata.

La nostra esperienza di whale watching in scozia

Andy, il comandante, ci accoglie con un bellissimo sorriso e ci consegna subito il salvagente da indossare durante la navigazione. Insieme a noi ci sono altri sette ragazzi armati di binocolo e macchina fotografica.

Dopo una intera mattina di rovesci incessanti fortunatamente all’ora di salpare la pioggia smette.

Sin da subito il viaggio si rivela molto interessante. Rimaniamo sorpresi dalla natura che caratterizza il territorio, quando non ti aspetti una cosa tutto è più bello.

Cascate rigogliose si gettano nel mare, alberi verdeggianti ricoprono tutta la penisola. Gruppi di aquile reali sorvolano le montagne. Esemplari di foche grigie e comuni stanziano sulle scogliere o nuotano tranquille nell’oceano.

Il capitano fa spesso delle soste in modo da permetterci di fotografare e respirare tutta l’aria selvaggia di posto incredibile.

Passate le due penisole usciamo in oceano aperto, il luogo preferito dalle Minta metri si getta a picco nell

Il tempo comincia a peggiorare e il mare diventa mosso. Entra acqua, i piedi sono zuppi. Giriamo e rigiriamo, avanti e indietro, il capitano armato di binocolo non si arrende. Dopo circa mezz’ora la rassegnazione compare sui nostri volti.

Ma quando si fa whale watching bisogna avere pazienza, tanta pazienza. Andy di colpo scatta fuori dalla cabina di guida e urla “Whales!!!! Si proprio così, davanti a noi si materializza una balena.

Rimane qualche secondo poi scompare tra la nebbia sotto la pioggia nel blu dell’oceano. Con un enorme sorriso in volto ci sediamo all’interno al caldo insieme al capitano.

whale watching in scozia

 

Prezzi ed informazioni utili

I costi di whale watching in scozia con Puffins and whales

Whale watching + ricerca di animali selvatici: 52£ (circa 60 euro, in base al cambio)

Puffins trip alla ricerca delle pulcinelle: 25£ (circa 29 euro, in base al cambio)

Il prezzo indicato è quello di base e comprende uno snack più bevanda calda durante una sosta ad ammirare i magnifici paesaggi della costa.

Partenza e orari

L’escursione di whale watching e wildlife tour con la compagnia “Puffins and whales” varia i propri orari in base ai mesi:

A luglio la partenza è alle 14.00 p.m.

Ad Agosto e settembre gli orari di partenza sono due,  alle 10 a.m. e alle 14 p.m.

L’uscita in barca dura circa tre ore e mezza. Si parte dal porto della città di Uig situata nel nord dell’isola di skye.

whale watching in scozia

Come prenoto il whale watching in Scozia e il wildlife tour?

Via telefono al numero 07803564896

Via e-mail all’indirizzo contact@puffinsandwhales.co.uk

Direttamente sul sito http://www.puffinsandwhales.co.uk/bookings (molto più rapido e comodo)

Cosa portare con voi

Noi abbiamo fatto whale watching e il wildlife tour in scozia nel mese di agosto. La temperatura era di circa tredici gradi con pioggia ad intermittenza. Se avete l’idea come noi di stare tutto il tempo fuori a poppa il freddo può essere intenso. Noi vi consigliamo di portare:

  • Felpa  antivento con cappuccio
  • K-way nel caso iniziasse a piovere
  • Pastiglie per il mal di mare
  • Binocolo per vedere avvistare meglio la fauna
  • Scarpe da trekking alte e impermeabili. Con mare mosso a barca ferma dai buchi di scolo negli angoli posteriori dell’imbarcazione può entrare molta acqua

Durante l’escursione Andy fa una sosta per lo spuntino. A tutti i passeggeri consegna un kit-kat o snack simile più una bevanda calda a scelta tra caffè, tè e cioccolata.

Piccoli suggerimenti e informazioni per vivere al meglio l’esperienza di whale watching

  • Parcheggiate l’auto subito dopo L’Uig ferry terminal situato sulla strada A87, è gratuito.
  • Se avete bisogno di prelevare contanti una cash machine è situata nel Caffè/benzinaio situato a pochi metri dal ferry terminal.
  • Non c’è una sede fisica della compagnia. Camminate lungo il ferry terminal fino al cartello affisso con la scritta “Meeting point, skyexplorer boat trip”. Una scalinata scende verso il molo dove trovate la barca ad aspettarvi.
  • La barca è di piccole dimensione le oscillazioni si sentono parecchio, se soffrite tanto di mal di mare può essere un problema
  • E’ vietato salire sull’imbarcazione con scarpe sporche e fangose
  • A bordo non c’è il bagno perciò liberatevi prima di salire in barca
  • Non è previsto il rimborso nel caso non vengono avvistate le balene

La scozia è un paese dove gli amanti della natura e dell’avventura trovano pane i loro denti. Oltre al whale watching in scozia potete infatti nuotare con le foche sull’isola di coll, immergervi fianco a fianco con lo squalo elefante o fare un giro rilassante sul kayak!

 

 

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Europa

Stac Pollaidh, trekking nelle highlands scozzesi

  • 6 febbraio 20186 febbraio 2018
  • by viportoviaconme

La rara bellezza dell’estremo nord-ovest delle highlands scozzesi offre viste disarmanti. I viaggiatori accostano ai bordi delle strade per ammirare paesaggi bucolici e spiagge di sabbia bianchissima.

Gli amanti del trekking scelgono questa regione perchè offre sentieri e percorsi che permettono loro di essere avvolti da una natura selvaggia e incantevole.

Chi ama belle viste e panorami incredibili non può perdere l’escursione al monte Stac Pollaidh.

Situato nella riserva naturale di Inverpolly raggiunge un’altezza di seicento metri e nasce a circa quattordici miglia dalla cittadina di Ullapool, nel nord della Scozia.

Il monte Stac Pollaidh

Il sentiero che porta al monte Stac Pollaidh è uno tra i persorsi più trafficati della Gran Bretagna. In estate molta gente come famiglie, coppie e sportivi solitari, si avventura per raggiungere la cima.

I rilievi che si sviluppano all’interno della riserva naturale di Inverpolly possiedono caratteristiche surreali. In un paesaggio aspro e pianeggiante, composto prevalentemente da paludi e loch, colline e monti sorgono improvvisi spezzando l’uniformità del territorio.

Stac Pollaidh, chiamato anche Polly, nasce su un basamento metamorfico preistorico, chiamato Lewisian gneiss. Queste rocce affiorano nella parte nord-occidentale della Scozia e nelle isole Ebridi esterne, tra cui l’isola di Lewis, da cui deriva il nome.

La cresta rocciosa del monte, di arenaria torridonica, è stata levigata per secoli dagli eventi atmosferici. La sommità del picco era un nunatak, ovvero il crinale fuoriusciva dal ghiacciaio della calotta glaciale groenlandese, che durante l’era glaciale copriva l’intera isola.

La forma spigolosa e irregolare della cresta è la causa dei cicli di scongelamento a cui questa è stata sottoposta.

Negli anni ha attirato un numero tanto elevato di visitatori da subire un erosione causata dai passi dei viaggiatori che si affollavano qui in cerca di splendidi panorami.

Per evitare un ulteriore corrosione del terreno lo stato scozzese ha costruito un sentiero agevole, rendendo la salita confortevole e lineare.

stac pollaidh

Il sentiero verso la cresta di Stac Pollaidh

Sulla riva Nord del Loch Lurgainn un piccolo parcheggio, riconoscibile da un cartello informativo, rappresenta il punto di partenza di questo magnifico trekking in Scozia.

Da qui un sentiero circolare, di quattro chilometri, guida il visitatore lungo la collina fino la cima del monte.

Il percorso ha inizio sul lato opposto della strada e si perde velocemente all’interno di un area boschiva composta principalmente da alte betulle.

Il tratto ombreggiato finisce velocemente e il sentiero si biforca. Possono essere prese entrambe le direzioni, in quanto la via è circolare (noi abbiamo deciso per salire lungo la parete est).

Gradualmente il percorso sale lungo la parete orientale per aggirare il monte e raggiungere la sommità da nord, tra le guglie che compongono la cresta. L’ultimo tratto di sentiero, composto da alti gradoni, diventa sempre più ripido.

Raggiungere la cima richiede una buona forma fisica.

Qui la vista sull’atlantico e sugli infiniti loch all’interno della riserva è impressionante. Uno scenario meraviglioso illuminerà i vostri occhi.

Ma questa non è la vera vetta. Per raggiungere la cima del monte Stac Pollaidh è necessario arrampicarsi sulle guglie di arenaria. Le opportunità per scoprire la cresta sono davvero infinite.

Seguite il percorso che più vi piace, perdetevi tra i magnifici pinnacoli di pietra e ammiratene le forme prima di intraprendere la via del ritorno.

stac pollaidh

stac pollaidh

La nostra esperienza

Il monte Stac Pollaidh si trova nelle highalnds centro-occidentali, è isolato dal mondo abitato e immerso in un territorio verde e ricco di Loch.

L’intero percorso andata e ritorno è lungo circa quattro chilometri e percorribile secondo le guide in un lasso di tempo che varia dalle due alle quattro ore. Noi abbiamo impiegato quattro ore, tra camminata e soste fotografiche.

Verso le 14.00 è cominciata la nostra salita. Dopo un primo tratto semplice e boschivo inizia la dura prova per i polmoni. Il sentiero si fa roccioso e il dislivello sempre più pesante.

Fortunatamente le viste sono magnifiche e sono anche una scusa per riprendere fiato e godersi panorami sui loch vicini, sull’atlantico e sulle isole Summer (Ebridi Interne).

Daniele sta per mollare ma la cima è sempre più vicina e la forza ritorna. Il cammino riprende e arriviamo fino al punto più in alto raggiungibile senza attrezzatura da scalata (necessaria per arrivare fino in cima).

Il tempo non è dei migliori, cambia velocemente. Per fortuna il vento costante e la leggera pioggia intermittente tengono lontani i fastidiosi midges per l’intera durata del cammino.

stac pollaidh

stac pollaidh

Prezzi ed informazioni utili

I costi dell’escursione

L’escursione sul monte Stach Pollaid è completamene gratuita. Non si paga nessun ingresso, il parcheggio dove lasciare l’auto (di fronte al sentiero) è free, ma non molto capiente. Noi arrivando nel primo pomeriggio abbiamo trovato posto solo lungo la strada vicino al parcheggio.

Cosa portare con voi

Noi abbiamo percorso il sentiero nel mese di agosto. La temperatura era tra i dieci e quindi gradi, il tempo come spesso accade un mix di sole, nuvole e pioggia.

Tenendo presente che la situazione cambia notevolmente in base alle stagioni per affrontare al meglio l’escursione in questo periodo abbiamo portato con noi:

Mantella: il tempo è troppo incerto e variabile. Un capo impermeabile che copra voi e il vostro zaino è fondamentale, la pioggia è sempre dietro l’angolo

Repellente per i Midges: Per gran parte del tempo il vento è stato a nostro favore scacciando questi fastidiosi moscerini. Come cessava l’aria  i midges si materializzavano intorno a noi. Portate con voi un repellente con altro contenuto di DEET. Molti escursionisti indossavano anche la rete per il viso.

Acqua e snack: energia e liquidi per affrontare il percorso.

Cappello e foulard: per ripararsi dalle raffiche di vento, ma anche per avere una protezione in più contro i midges. Alzando il fuolard fin sopra il naso e abbassando bene il berretto lascerete loro meno centimetri di pelle a cui attaccarsi.

Scarponcini da trekking: meglio se impermeabili, comode e resistenti. Il terreno passa da boschivo/fangoso a roccioso.

Piccoli suggerimenti per il trekking in scozia

Il percorso che gira intorno al monte Stac Pollaidh è lungo circa quattro chilometri e presenza un dislivello di cinquecento metri. Ritenetevi impegnati dalle due alle quattro ore. (dipende dalla vostra resistenza e preparazione fisica)

Se non avete la macchina a disposizione, dalla città di Ullapool parte il Bus numero 811 che porta fino al parcheggio del sentiero. Controllate gli orari sulla compagnia http://www.decoaches.co.uk/

Non fidatevi mai del tempo, cambia molto repentinamente.

Il numero 999 o il 112 sono utili per tutte le emergenze. Polizia, ambulanza, soccorso alpino, etc. Se si è impossibilitati a parlare bisogna mandare un messaggio con richiesta di aiuto al numero 18000.

Se pensate di andare in inverno con la neve a fare questo sentiero assicuratevi di avere l’attrezzatura giusta. Il trekking nella stagione fredda diventa molto ostico.

Se amate il trekking un’altra escursione da non perdere è quello che vi permette di raggiungere la famosa Lost Valley, avvolta da un’affascinante leggenda, nella valle di Glencoe

 

 

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Senza categoria

6 idee per una vacanze di natale indimenticabile

  • 20 dicembre 2017
  • by viportoviaconme

Con l’arrivo delle feste e del natale gli uffici chiudono così che molti di noi si ritrovano a poter viaggiare in una delle settimane più care dell’anno.

Le opportunità per passare un natale indimenticabile sono davvero numerose e adatte ad ogni esigenza. C’è chi ama scappare al caldo su spiagge caraibiche o chi preferisce i posti più freddi.

Ecco 6 idee per una vacanza di natale indimenticabile

4 mete per passare il natale al caldo

Thailandia

Dicembre è probabilmente uno dei mesi migliori per recarsi in Thailandia. Il clima in questo periodo è secco con giornate molto lunghe e il cielo spesso sgombro da nuvole.

Con temperature medie che si aggirano intorno ai 28 gradi è la meta ideale per chi vuole scappare dalle rigide temperature Italiane. Mettete in valigia shorts, crema solare e tanta, tanta voglia di scoprire un paese ricco di cultura.

Il Natale in Thailandia non è una festa ufficiale, ma Bangkok e i piccoli villaggi della costa si rivestono di decorazioni natalizie uniche nel genere.

Potrebbe essere l’occasione giusta per visitare Bangkok con un’atmosfera unica, prima di dirigersi verso il nord.

In Questo periodo l’umidità è al minimo, rendendo le temperature ideali per praticare trekking nella giungla e raggiungere i villaggi tribali. Qui tornerete indietro nel tempo, vivendo un’esperienza mistica in luoghi in cui la tradizione è ancora intatta.

Templi, storia e foreste caratterizzano questi territori, ma se preferite rilassarvi su una spiaggia allora il sud fa per voi.

Phuket è l’isola più famosa, adatta sia a chi ama la pace che il divertimento. Se preferite luoghi più selvaggi e solitari allora è meglio dedicarsi alla scoperta di luoghi meno conosciuti che hanno molto da regalare. Acque cristalline e spiagge infinite valorizzano questo paese.

Miami

Il periodo migliore per una vacanza a Miami va da dicembre a marzo. In questi mesi le temperature sono piacevolmente calde e il livello di piogge è al minimo.

La stagione degli uragani è ormai lontana e le spiagge della california si riempiono di bagnanti in cerca di relax. Qui puoi trovare tutto quello che desideri.

Le strade si riempiono di luci e decorazioni. Palme e pini vengono ricoperti da palline natalizie, lucine intermittenti e neve decorativa. Manichini e sagome di Babbo Natale si nascondono dietro ogni angolo, conferendo alla città un clima di allegria.

A Miami Beach i visitatori che raggiungono la città per dedicarsi al relax e al divertimento possono trovare tutto ciò di cui hanno bisogno.

Considerata come la Las Vegas della Florida, questo angolo di città offre buon cibo, la possibilità di dedicarsi allo shopping, una vita da spiaggia e divertimento serale, che dura l’intera notte.

Una soluzione differente dalla Thailandia, un’idea per chi ama la città e vuole farsi trascinare dal forte stile americano tra shorts, cocktail e spiagge.

Tunisia

Se sognate di visitare il deserto e passare un natale isolati dal mondo, la Tunisia è la meta che fa per voi.

Distese infinite di sabbia, oasi magnifiche e villaggi berberi riempiranno le vostre giornate. Escursioni in quad o a cammello vi permettono di creare un legame diretto con questo territorio arido ma ricco di vita.

Negli ultimi giorni dell’anno a Douz, località situata nel sud della Tunisia e definita “la porta del deserto”, si festeggia il festival del Sahara di Douz.

Questo è un momento unico, in cui si viene a contatto con le tradizioni delle tribù che abitavano il deserto. In questi giorni, che solitamente vanno dal 28 al 31 dicembre, perde la sua classica serietà per lasciare spazio ad un’atmosfera scherzosa e frizzante.

Asini e cammelli affollano le strade, si tengono gare di competizione tra dromedari seguite da cerimonie ricche di canti e balli in abiti tradizionali.

Ma questa non è l’unica festa che si tiene in questo periodo. Nella città di Tozeur si festeggia il festival delle Oasi.

La cittadina è uno dei punti più suggestivi del paese, circondata da oasi, dune di sabbia e il laghi salati. La tradizione di questo festival permette di tenere viva la cultura delle tradizioni nomadi del deserto.

I festeggiamenti si tengono, anche in questo caso, gli ultimi giorni dell’anno. La città si riempie di vita. Parate di cammelli e cavalli riempiono le strade.

Insomma in questo periodo la Tunisia si anima dando il meglio di se per trasmettere una cultura radicata nel cuore del deserto.

Canarie

Le Canarie presentano un clima tra i migliori al mondo. Temperature primaverili scandiscono ogni mese dell’anno, rendendo queste isole perfette per i viaggiatori che desiderano passare un natale al caldo.

Il mese di dicembre presenta una temperatura media di 22 gradi, ideale per passare una giornata al mare o passeggiare lungo la costa. Le temperature diminuiscono salendo lungo la parete di vulcani o montagne, dove sara necessaria una giacca anti vento e un pile pesante.

Le isole maggiori che compongono l’arcipelago hanno caratteristiche specifiche che le differenziano tra loro. Alcune sono ventose, come Fuerteventura e Lanzarote, altre hanno microclimi che variano nelle diverse aree dell’isola, come accade a Tenerife e sull’isola di Gran Canaria.

Queste isole non variano solo per il clima, ma anche per quello che hanno da offrire al viaggiatore.

Tenerife è ideale per chi cerca divertimento serale, Santa Cruz con le sue numerose discoteche non può deludervi. Ma questa isola conserva anche un patrimonio naturalistico intatto nel suo entroterra, per chi durante il giorno vuole approfittarne per del trekking o scalare un vulcano.

Isole minori offrono ai viaggiatori un ambiente più tranquillo, dove la natura domina e la notte offre una vista su un cielo ricco di stelle.

Basta trovare l’isola che fa per voi e passare un natale in totale relax abbracciati dalla natura.

2 mete per passare il natale al freddo

Norvegia

Se amate il tipico natale da film, dove le strade sono ricoperte da neve candida e le città ornate da infinite luci, la Norvegia è la meta ideale per voi.

Numerosi sono i mercatini di natale che rivestono le vie delle principali città, affiancati da concerti natalizi che si svolgono in ogni angolo di paese.

Nella capitale i mercatini si sviluppano nelle diverse piazze, decorate da numerose luci che illuminano il buio inverno. Nella città vengono inaugurate piste da ghiaccio per il divertimento di adulti e bambini. Non solo ad Oslo la tradizione del natale è marcata.

A Bergen i festeggiamenti prendono il via con il “festival delle luci”. Un magnifico spettacolo ha luogo nella città, dove le famiglie si radunano con torce e candele accese. Mercatini di natale e illuminazioni non possono mancare per regalare un’atmosfera calda agli abitanti.

Se sognate di vedere l’aurora boreale potrete sfruttare l’occasione per realizzare il vostro sogno. Dirigendovi a Nord le lunghe e buie giornate invernali vi permetteranno ammirare le luci danzare nel cielo.

Qui le attività ed escursioni per gli amanti della natura non mancano mai. Dall’avvistamento delle orche, a un giro in slitta fino a un tour nei vari parchi naturali. Avete solo l’imbarazzo della scelta.

vacanze di natale

New York

Per molti New York è una città da sogno, una metropoli da visitare almeno una volta nella vita. E perchè non proprio a natale?

Ciò che caratterizza il natale in questa città sono gli eventi natalizi, diventati famosi grazie ai film, tanto attesi dai turisti.

I mercatini di natale sono composti da centinaia di bancarelle che uniscono l’amore per il natale alla qualità di prodotti provenienti da ogni parte del mondo.

Quando si parla di natale a New York sono due le immagini che balenano alla mente: le enormi piste di pattinaggio che vengono allestite in posti sempre suggestivi e gli spettacoli natalizi.

Partecipare ad un musical New York è qualcosa di unico. Show di qualità, ricchi di musica e balli, hanno reso New York patria dei musical.

Queste sono solo alcune delle possibili idee per vivere un’esperienza di natale all’insegna della tradizione. Le possibilità sono davvero infinite.

Questo post partecipa alla staffetta tra blogger “A NATALE CON I BLOGGER “organizzata dalla vulcanica Barbara Fanelli , e vi invito quindi ad andare a cercare il blog Mirtilla’s house

 

 

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Europa

Kayak in Scozia, tra foche comuni ed acque cristalline

  • 19 novembre 201719 novembre 2017
  • by viportoviaconme

Divertirsi a sopraffare le onde, pagaiare in acque cristalline, sfiorare esemplari di foche comuni fino ad innamorarsi di questo territorio.

Un’escursione di kayak in Scozia rappresenta questo.

Numerose sono le occasioni di praticare questa attività. Che sia nelle acque di un loch, di un fiume, o in mare aperto scoprirete luoghi incantati, abitati da una ricca fauna.

Kayak in Scozia ad Arisaig

Arisaig è una cittadina sulla costa nord-ovest della Scozia, nelle Highlands. E’ uno tra i posti migliori in tutto il paese per svolgere l’attività di kayaking.

Famosi per la loro bellezza sono gli skerries di Airsaig, isolotti disabitati  definiti “i Caraibi scozzesi”. Qui acque limpide e poco profonde si fondono con spiagge di sabbia bianca, la cui forma è mutevole.

La causa è la forte marea a cui l’area è soggetta. Con l’incessante alzarsi e abbassarsi del mare l’esplorazione è sempre differente.

Le forme si modificano in continuazione, emergono piccole spiagge che collegano tra loro gli skerries, ma in breve tempo tutto muta e la sabbia viene sommersa nuovamente dal mare.

Difficilmente ripetendo l’escursione in un periodo differente potrete osservare lo stesso paesaggio.

Le piccole isole sono la casa di numerose foche comuni, è su questi piccoli atolli che partoriscono all’inizio del periodo estivo.

Non sono gli unici animali che vivono qui, durante l’escursione  potete incontrare lontre, focene e aquile dalla coda bianca.

Per la nostra esperienza in kayak ci siamo affidati alla compagnia Arisaig sea kayak centre.

kayak in scozia

 

L’escursione in Kayak con Arisaig sea kayak center

La compagnia di Airsag sea kayak center è situata nel cuore delle highlands, lungo la costa occidentale scozzese.

La base si trova in un punto strategico. Con un breve tragitto in auto si possono raggiungere facilmente spiagge, loch marini, alte scogliere e isole.

La conformazione della costa la rende un area unica. La facile accessibilità al mare e l’elevata versatilità la rendono adatta ad ogni esigenza.

L’obbiettivo della compagnia è quello di creare una vera e propria esperienza, per assicurarsi che i clienti vivano avventura che difficilmente potranno dimenticare.

Per questo motivo non offrono un itinerario fisso, ma cercano di adattare le singole escursioni  alle esigenze del gruppo e alle condizioni ambientali che si incontrano.

Per riuscire nel loro obbiettivo si affidano a guide esperte, con grandi conoscenze e un alto livello di formazione.

Conoscono l’area in modo approfondito e sono in grado di dare nozioni sulla storia di Arisaig, sugli animali marini e sugli uccelli che si possono incontrare durante la gita.

kayak in scozia

Arisaig sea kayak center offre diverse escursioni.

Per chi non ha molto tempo o si approccia per la prima volta al kayaking il centro organizza uscite di mezza giornata. Invece i gruppi più esperti possono prenotare escursioni di una giornata o più, per scoprire i lati nascosti della splendida costa.

Per le famiglie con bimbi piccoli, con età compresa tra i 6 e i 14 anni, programmano escursioni private di mezza giornata, per vivere un’avventura rilassante insieme alla famiglia.

I tour raramente vengono cancellati. Questo perché la conformazione della costa nei dintorni di Arisaig offre numerosi punti protetti dal mare eccessivamente mosso.

La sicurezza rimane comunque al primo posto. Con la pioggia forte e le onde alte la compagnia si riserva il diritto di annullare in qualsiasi momento l’escursione.

Arisaig sea Kayak center contatterà direttamente il cliente, procedendo con il rimborso completo.

Come e dove avviene il Tour

L’escursione in mare avviene principalmente con kayak singoli. Solo su richiesta, durante la prenotazione, è possibile riservare un Kayak doppio.

La compagnia, prima della partenza, fornisce al gruppo composto massimo da otto partecipanti, l’attrezzatura necessaria per vivere al meglio l’avventura.

Con stivaletti, pantaloni e giacca impermeabile salite a bordo di un camioncino per dirigervi al punto di partenza. Scaricati i kayak siete pronti per pagaiare tra i famosi skerries di Arisaig.

Prima di addentrarvi in mare aperto la guida vi da le indicazioni fondamentali per muovervi in sicurezza, sul comportamento da mantenere in caso di emergenza e le tecniche base della pagaiata.

La rotazione del busto e la postura delle gambe sono fondamentali in questo sport, sopratutto per diminuire lo sforzo delle braccia.

Seduti all’interno del kayak il primo passo fondamentale è quello di regolare la distanza dei puntapiedi. Le gambe devono essere leggermente flesse e mantenute larghe, contro i lati del kayak, se cercate maggiore stabilità.

La pagaia deve affondare nell’acqua all’altezza dei piedi, questo è possibile grazie alla distensione del braccio e la rotazione del bacino. Il movimento rotatorio è facilitato dalla spinta delle gambe contro i puntapiedi.

Una volta che la pala è in acqua, vicino al kayak, inizia la tirata. Raddrizzate il busto usando la forza delle gambe e dei dorsali, mantenendo il braccio ancora teso.

In questo modo sfruttate la forza dei muscoli più grandi e forti rispetto a quelli delle braccia.

Quando la mano del braccio inferitore raggiunge l’altezza dell’ombelico si deve estrarre la pala dall’acqua, continuando la rotazione del busto. In questo modo sarete pronti a riaffondare la pala opposta in acqua ripetendo l’operazione.

Apprese le nozioni base, remerete per un massimo di due ore tra gli skerries prima di tornare a riva. L’escursione dura dalle 9.30 alle 13.00 ma il tempo trascorso effettivamente in acqua è limitato.

La nostra esperienza

È la nostra prima esperienza di kayak in Scozia. Siamo in anticipo di qualche minuto. Chiusi dentro la nostra 500 ascoltiamo lo scrosciare dell’acqua sul parabrezza, sperando inutilmente che smetta di piovere.

Ad Arisaig il tempo non è dei migliori, ma le guide ritengono che le condizioni siano accettabili visto che il mare è poco mosso e il vento assente.

Consegnata tutta la vestizione ci dividono in due gruppi, ognuno affidato ad una guida esperta.

Attendiamo sul pulmino una ventina di minuti prima di essere trasferiti al punto di partenza dell’escursione. Una spiaggia di sassi e scogli è il nostro starting point.

Con un ottimo lavoro di squadra, in poco tempo, trasferiamo tutti i kayak dal carrello appendice fino in riva al mare. Dopo una breve spiegazione sulle norme di sicurezza e la tecnica di pagaiata siamo pronti per l’escursione.

kayak in scozia

Non è la prima volta che facciamo kayak, ma la sensazione iniziale è sempre la stessa. L’instabilità, la paura di ribaltarsi da un momento all’altro e finire in acqua. Solo remando e prendendo confidenza l’agitazione passa e il kayak sembra assumere stabilità.

Pagaiando in mezzo al mare si gode di una bellissima vista.

La vegetazione ricopre tutta la costa, le colline sono lo sfondo di una cartolina dai colori grigi e scuri. Il tempo nuvoloso e la pioggia danno quel tocco di malinconia e mistero a tutto il paesaggio intorno.

L’acqua è tranquilla e navighiamo in completa armonia.

Tutto cambia quando affrontiamo un tratto di mare non protetto. Le onde si alzano e insieme anche il rischio di cadere e farsi un bel bagno.

Ci accorgiamo di non essere soli, qualcuno ci sta osservando. Delle testoline grigiastre fissano le nostre movenze, sono le foche comuni, siamo nel loro habitat.

Troppo movimento non le fa avvicinare. Rimangono al nostro fianco senza darci troppa confidenza.

Una bellissima sorpresa prima di riavvicinarci alla costa e terminare la nostra avventura.

 

Prezzi ed informazioni utili

I costi per l’escursione di kayak in Scozia

Sea kayak trips – Airsaig, mezza giornata: 50£ ( 56,00 euro circa, in base al cambio)

Sea kayak trips – Airsaig, giornata intera : 80£ (90,00 euro circa, in base al cambio)

Il prezzo include tutta l’attrezzatura per svolgere l’attività.

Vengono forniti dalla compagnia: Stivaletti  in neoprene per proteggere i piedi dall’acqua fredda. Pantaloni impermeabili per isolare gli arti inferiori. Giacca con cappuccio waterproof per tenere all’asciutto busto e braccia. Copertura paraspruzzi e giubbotto salvagente.

Nel caso siate mancini comunicatelo alla vostra guida, vi verrà fornita la pagaia con l’impugnatura giusta.

Cosa portare con voi

Noi abbiamo fatto il tour in Kayak in Scozia agli skerryes di Arisaig nel mese di agosto. Pioggia e freddo  hanno accompagnato  tutta l’escursione. La temperatura esterna era di circa tredici gradi.

Per l’uscita in kayak in Scozia abbiamo portato con noi:

  • Felpa e giacca: da tenere sotto la loro giubba data in dotazione che protegge dalla pioggia ma non dal freddo
  • Cambio: finita l’escursione desidererete dei vestiti caldi e puliti
  • Action cam: vi consigliamo di usarla con una fascia da petto o da testa

Piccoli suggerimenti per il tour in kayak a Arisaig

  • Se siete una coppia e volete vivere l’esperienza con un unico kayak biposto avvisate la compagnia al momento della prenotazione. In caso contrario ad ogni persona verrà dato un kayak singolo
  • Non portate le chiavi dell’auto con voi. La compagnia gentilmente le custodisce in sede.
  • La guida non vi lascia al vostro destino. Prima di partire per il tour fa provare a tutti le manovre principali. La prima sensazione è quella di non stare in equilibrio e ribaltarsi in acqua. Mantenete le gambe larghe attaccate ai bordi del kayak per aumentare la stabilità
  • In caso di mare mosso tagliate le onde. Non scontratevi frontalmente, ma in una posizione obliqua.
  • Per le batteria di riserva della action cam utilizzate un porta cellulare waterproof, quelli con il laccio da tenere al collo. Fissatelo sotto il giubbotto salvagente e in un momento di calma cambiate la batteria se necessario
  • In acqua nuotano le foche. E’ loro abitudine osservare da lontano chi entra nel loro territorio. Allontanandovi leggermente dal gruppo avrete maggiori probabilità di vedere da vicino questi splendidi mammiferi. Meno rumore producete maggiori sono le possibilità di avvicinarvi
  • Vicino al centro kayak ci sono i bagni pubblici e se volete prendere qualcosa da mangiare qualche metro più avanti trovare un supermercato

kayak in scozia

Pro e contro il kayak in Scozia con con Arisaig sea kayak center

I vantaggi sono:

  • Attrezzatura in ottimo stato, guide molto preparate
  • Buon prezzo rispetto alle altre compagnie della zona

Gli svantaggi:

  • La fretta e i ritardi. In acqua saremmo dovuti stare due ore ma abbiamo fatto a malapena un’ora e trenta.

La Scozia è un paese meraviglioso che offre infinite opportunità. Dal trekking nella splendida valle di Glencoe, alle camminate sulle alte scogliere fino ad avventure guidate come il kayaking o lo snorkeling con le foche e lo squalo elefante. Visitate questo paese,è magnifico!

 

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4 tra le più belle scogliere in Scozia, da…

  • 22 ottobre 201723 ottobre 2017
  • by viportoviaconme

I paesaggi della Scozia hanno un aspetto fiabesco. Le Highlands rappresentano la Scozia dei sogni. Paesaggi meravigliosi composti da verdi colline, laghi scintillanti e spiagge dorate caratterizzano il territorio.

Ma ciò che sbalordisce maggiormente sono le alte scogliere a picco sul mare, il punto esatto in cui di colpo la terra finisce e un senso di immensità colpisce.

Da ovest a est e da nord a sud le scogliere in Scozia che abbiano visitato e consigliamo sono: Duncansby head, The Old Man of Stoer, le Kilt Rock e Neist Point.

Duncansby Head – Le scogliere orientali scozzesi

Duncansby head è il punto più nord orientale della terraferma scozzese.

Guidando in direzione nord, lungo il tratto costiero orientale, che da Inverness raggiunge l’estremo confine settentrionale della terraferma scozzese, si raggiunge il villaggio di John O’ Groats.

Il piccolo paese è considerato erroneamente il punto più a nord del regno unito, base principale del turismo verso le isole Orcadi.

Superate le prime abitazioni della cittadina di John O’ Groats, all’altezza dell’ufficio postale, una strada, sulla destra, conduce in paesaggi bucolici.

La via, a doppio senso, diventa sempre più stretta, fino a raggiungere il parcheggio gratuito che fronteggia il faro di Duncansby head.

Il luogo più interessante di questa punta estrema si trova poco più a sud. Dal faro un comodo percorso di trenta minuti vi permette di immergervi in una natura inimmaginabile fino a raggiungere gli stacks.

Le tappe da non perdere in questo breve percorso sono due. La prima è la vista sul Sclaites Geo, in cui ci si imbatte dopo quindici minuti di cammino.

Questa è una grossa scanalatura nella scogliera, alta una quarantina di metri, dove stormi di uccelli si annidano ogni anno. Un luogo perfetto per gli amanti del birdwatching, sopratutto nei mesi tra metà aprile e metà luglio.

Camminando lungo il bordo del fiordo e continuando la passeggiata lungo la costa, a picco sul mare, crederete di aver raggiunto il confine estremo del mondo. Qui due piccoli faraglioni si stagliano nel mare e uccelli volteggiano frenetici sulle loro creste.

Solo dopo qualche minuto di cammino davanti a voi si apre una vista surreale. Un arco di roccia e due imponenti faraglioni triangolari (gli stacks) nascono imponenti dal mare.

I due stacks sono composti da pietra arenaria rossa. Il più alto si innalza di oltre sessanta metri dalla superficie del mare, superando anche la scogliera adiacente.

Continuando il cammino potrete ammirare i faraglioni più impressionanti dell’isola britannica da diverse angolazioni. La loro geometria, la loro imponenza e la loro maestosità vi lasciano a bocca aperta.

Sulla scogliera il vento soffia con forza. Le nuvole basse compaiono per dissolversi qualche istante dopo.

Il terreno non è fangoso e per fortuna non si sprofonda. Ma il passaggio delle pecore, che abitano la scogliera, è visibile ovunque, gli escrementi ricoprono il terreno.

Se non avete la possibilità di raggiungere il faro di Duncansby head in auto potete intraprendere il sentiero che dal villaggio di Johno O’ Groat vi conduce fino qui. Il percorso parte  del piccolo paese e con una lunghezza totale di otto chilometri è percorribile in due/tre ore.

Old Man of Stoer – Il guardiano della scogliera

L’Old Man of Stoer è un faraglione di roccia arenaria alto 60 metri. Situato nella contea di Sutherland, si trova a tre chilometri a nord del faro di Stoer.

Il sentiero ha inizio presso il parcheggio del faro. Questo è raggiungibile esclusivamente in auto, percorrendo chilometri e chilometri di strette vie, larghe poco più di una macchina e a doppio senso.

Il piccolo parcheggio è un drive in. Il telo su cui viene proiettato il film è stato rimosso ed al suo posto c’è una meravigliosa scogliera a picco sul mare, che si può ammirare comodamente dal parabrezza.

L’area di sosta è isolato da ogni comodità, all’ingresso è presente solo un chioschetto che apre a discrezione del proprietario. Quindi se affrontate il sentiero in giornate piovose o ventose il servizio è probabilmente sospeso.

Sulla parete del chiosco potete trovare una lavagnetta in cui ogni visitatore, che ha percorso il sentiero, segna gli avvistamenti fatti dalla scogliera.

Infatti questo è un ottimo punto di osservazione per poter scorgere una delle otto specie di cetacei presenti qui. Le più comuni sono il delfino comune e la minke whale, ma è possibile osservare anche orche, focene e grampi.

Un cartello, poco inanzi il piccolo bar, indica la partenza del cammino.

Un sentiero di tre chilometri, percorribile in meno di un ora, vi conduce fino al faraglione. Il tracciato in alcuni punti non è definito, ma è impossibile perdersi, in quanto basta seguire il margine della scogliera.

Il terreno non è eccellente, trovandosi all’interno delle Highland rispecchia il carattere paludoso del territorio. È facile, in alcuni, punti sprofondare nel terreno umido.

Questa caratteristica rende difficile e faticoso percorrere l’intero sentiero, anche se il dislivello è minimo non superando i duecento metri.

Da non sottovalutare è il forte vento che corre lungo le coste dell’intera nazione.

 

 

scogliere in scozia

Neist Point – La punta occidentale dell’isola di Skye

Neist point è una lingua di terra nell’estremo ovest dell’isola di Skye, qui un imponente faro guida i naviganti in queste agitate acque.

Il sentiero parte dal parcheggio che fronteggia il faro. Raggiungerlo non è semplice.

Il punto di accesso per la strada che conduce a Neist Point è il paese di Lonmore, dove, abbandonando la strada principale per imboccare la B884, vi immergerete in paesaggi magnifici.

Le dieci miglia di strada che vi dividono dal parcheggio sono strette vie ad una sola corsia, ma doppio senso di marcia.  Buche, pecore e mucche sono i vostri ostacoli principali.

L’area di sosta offre una vista surreale. La sera sopraggiungono viaggiatori, che in camper o tenda, si accampano nelle aree disponibili, nella speranza che il tempo gli consenta di ammirare il tramonto e scattare qualche foto di questo attimo magico.

Dal vecchio capanno presente nel parcheggio, parte un sentiero lungo poco più di un chilometro (solo andata) per raggiunge il faro. Questo è stato costruito nel 1900 e ancora oggi è in funzione. La sua luce si trova a quarantatre metri sul mare ed è visibile fino a sedici miglia in mare aperto.

Sulla punta di questa lingua di terra osservate l’orizzonte per scorgere le Ebridi esterne. Il tratto di mare che corre in questo stretto è un luogo perfetto per avvistare delfini e balene che abitano lungo la scogliera.

Per ammirare il faro e le imponenti falesie da un punto panoramico potete percorrere la scogliera alla destra del parcheggio. Camminando su un terreno fangoso raggiungete, in pochi minuti, uno dei punti più famosi e fotografati dell’isola di Sky.

A causa del tempo mutevole non è semplice trovare una giornata soleggiata per poter godere del panorama. Spesso la nebbia e il forte vento sono i protagonisti.

Ma nonostante tutto rimane uno dei luoghi imperdibili durante un itinerario in Scozia.

 

 

scogliere in scozia

Le Kilt Rock – tra le più famose scogliere in Scozia

Le kilt Rock fanno parte delle scogliere più visitate della penisola di Trotternish, nel nord dell’isola di Skye.

Raggiungere le falesie è molto semplice, in quanto non è necessario intraprendere lunghi sentieri in prati fangosi. Il parcheggio per le auto si trova a pochi metri dalla terrazza da cui è possibile osservare le Kilt Rock.

Per raggiungere l’area di sosta bisogna prendere la A855 in direzione nord da Portree.  Lungo la strada, questa volta a doppia carreggiata, dopo una ventina di chilometri, trovate una cartello che vi indica la deviazione da prendere per raggiungere il piccolo parcheggio.

Se non avete la possibilità di muovervi in auto dei tour organizzati partono dal Portree.

Sono escursioni turistiche di una giornata, che vi permettono di scoprire i punti più interessanti dell’isola di Skye, tra cui appunto la Kilt Rock.

Il nome della scogliera deriva dalla sua particolare conformazione.

Alte colonne di basalto, poggianti su roccia arenaria, si stagliano verso il cielo. Nei punti più elevati la scogliera raggiunge i cento metri di altezza.

I pilastri di basalto affiancati l’uno all’altro creano un particolare effetto, ricordando le pieghe del kilt, tradizionale indumento maschile scozzese. Da questa somiglianza è nato il nome.

Dalla scogliera una possente cascata salta da oltre cinquanta metri direttamente nell’oceano. Il flusso d’acqua è alimentato dal lago di acqua dolce lonch Mealt, che ha dato il nome anche alla cascata.

La quantità di acqua del getto è quindi molto variabile, sopratutto in base al vento. Se questo proviene dal mare in direzione della scogliera, l’acqua che affluisce dal piccolo lago sarà spinta in direzione opposta e quindi la cascata risulterà essere più secca.

È un punto molto turistico, che richiama un gran numero di viaggiatori, ma sicuramente vale la pena fare una tappa per visitare queste magnifiche scogliere in Scozia.

 

 

Prezzi ed informazioni utili

I costi dell’escursione alle scogliere in Scozia

La visita a tutte e quattro le scogliere è completamente gratuita. L’accesso ai sentieri è libero e i parcheggi non sono a pagamento.

Cosa portare con voi

Noi abbiamo visitato queste scogliere nel mese di agosto. Neist Point e le Kilt Rock sotto la pioggia, Duncansby head e The Old Man of Stoer in giornate nuvolose. Le temperature andavano dai dieci ai quindici gradi e abbiamo portato con noi:

  • Abbigliamento comodo: per raggiungere le scogliere bisogna camminare per lunghi sentieri
  • K-way/Mantella: il tempo è molto mutevole è facile trovare acquazzoni improvvisi e forte vento improvviso
  • Scarponcini alti e impermeabili: i sentieri lungo le scogliere sono spesso fangosi
  • Berretto e foulard : per proteggere testa e collo dal vento
  • Cavalletto robusto: per foto con tanto tempo o time-lapse serve un cavalletto pesante per resistere alle forti raffiche di vento
  • Repellente per i Midges: Nello zaino lasciate posto per l’Autan! A noi vicino al mare non è mai servito grazie al perenne vento che non permette ai Midges di scatenarsi

 Piccoli suggerimenti per le visite alle scogliere

  • Nelle strade vie per raggiungere i fari e le scogliere più isolate tenete gli occhi ben aperti. Attraversamenti improvvisi di animali sono all’ordine del giorno
  • Portatevi sempre scorte di acqua e snack per affrontare i sentieri. La maggior parte si trovano in aree isolate, lontane chilometri dai centri abitati
  • Non fatevi scoraggiare dalla pioggia. Molto spesso sono passeggere bisogna solo aver pazienza
  • Fate molta attenzione al terreno. Molto spesso può essere fangoso ed è facile affondare fino al ginocchio, un abbiagliamento adeguato è importante
  • Se state percorrendo un itinerario On The Road, in camper o in tenda, nei parcheggi che fronteggiano i fari numerosi campeggiatori si radunano per passare la notte. In estate, se volete compagnia, è facile trovare aggregazioni di viaggiatori che si radunano in un unico parcheggio.

Le scogliere in Scozia lasciano davvero senza parole. Sono luoghi magici in cui perdersi. Ma esistono mete meno conosciute che regalano emozioni uniche, difficili da scordare. Sull’isola di Coll un’avventura sensazionale a contatto con lo Squalo elefante vi aspetta.

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Europa

Nuotare con le foche a Coll in Scozia

  • 24 settembre 201725 settembre 2017
  • by viportoviaconme

La Scozia vanta montagne maestose, imponenti scogliere e un mare in tempesta, ma esistono forme inaspettate di questa terra che lasciano a bocca aperta noi viaggiatori. Nell’isola di Coll, è possibile trovare un paradiso inatteso.

La laguna di Cairns of Coll, a nord dell’isola, nasconde acque calme, verdi e cristalline. Una natura inimmaginabile vive sotto questo mare.

La laguna di Cairns of Coll

Cairns of Coll è una piccola regione composta da numerosi affioramenti rocciosi nell’estremità nord dell’isola di Coll, nelle Ebridi interne della Scozia.

L’area è composta da una centinaia di skerry, atolli rocciosi troppo piccoli per essere abitati.

La principale caratteristica della laguna è l’acqua cristallina che bagna le piccole isole. La visibilità sott’acqua è la migliore di tutta la Scozia.

Colonie di foche grigie e comuni abitano nel mare di Cairns of Coll. È possibile avvistarle mentre riposano sugli scogli o spuntano curiose dalla superficie, per osservare ogni movimento.

Le foche si sono stanziate in questo luogo in quanto rappresenta un paradiso. L’ecosistema sviluppatasi sotto la superficie richiama i fondali tropicali.

Una foresta cresce nelle basse acque che circondano i piccoli atolli. Numerose specie di pesci, granchi e ricci abitano nascosti tra le foglie.

Nuotando in queste acque cristalline è inoltre possibile imbattersi in numerosi tipi di meduse, dalle forme e misure più disparate. Si parte da specie molto piccole, che raggiungono solo qualche centimetro di lunghezza, per arrivare a meduse di dimensioni considerevoli, che facilmente superano il metro.

Tra queste piccole isole si creano forti correnti, che spesso possono rendere la navigazione difficoltosa. Fare snorkeling in questo mare è un’avventura meravigliosa, ma bisogna seguire attentamente le indicazioni della guida.

L’agenzia Basking shark offre differenti tour per nuotare nelle acque della laguna.

L’escursione alla laguna con Basking Shark

Con l’arrivo della primavera inizia la stagione dedicata ai tuor nella laguna di Cairns. Da marzo ad ottobre la compagnia Basking Shark programma uscite di una o più giornate alla scoperta della fauna locale.

I periodi migliori per affrontare questa avventura e nuotare con le foche vanno da aprile a inizio giugno e da inizio a fine settembre. Questi sono i mesi meno piovosi di tutto l’anno.

Da metà giugno ad agosto le probabilità di precipitazioni aumentano, ma questo rappresenta solo un piccolo aspetto da tenere in considerazione.

Uno dei problemi principali è il vento. Cairns of Coll è un’area protetta dalle raffiche d’aria, ma il tratto di mare che unisce il piccolo villaggio di Arinagour, punto di partenza, alla laguna è aperto. Il forte vento e il mare mosso possono causare disagi.

Basking Shark è un’associazione specializzata in grado di garantire la sicurezza di ogni partecipante, per questo parte solo quando le condizioni meteo sono ottimali.

Il Tour non viene annullato in caso di leggera pioggia o cielo coperto, ma solo se a questi fattori se ne aggiungono ulteriori, come quelli citati sopra, che rendono la navigazione impossibile.

Se la compagnia annulla l’escursione, per condizioni non ideali, si può richiedere il rimborso. Raramente vi è la possibilità di spostare il tuor nei giorni successivi in quanto le prenotazioni vengono effettuate con largo anticipo.

Come e dove avviene il Tour

Il tour, come per lo snorkeling con lo squalo elefante, avviene su un gommone parzialmente coperto, con un numero massimo di dieci partecipanti. L’area interna dispone di otto sedili, mentre nella parte posteriore aperta è possibile sdraiarsi a prendere il sole o ammirare il paesaggio.

Dal piccolo porto di Arinagour navigherete verso nord fino a raggiungere l’estremità dell’isola. Da qui ha inizio il piccolo complesso di atolli che costituiscono Cairns of Coll.

La barca si ferma in una laguna dove l’acqua è poco profonda.

Dal gommone raggiungete a nuoto una delle piccole isole. Spiagge di sabbia bianchissima bagnate da un mare limpido caratterizzano il paesaggio. A piedi attraversate questo atollo abitato da due differenti specie di foche.

La prima tipologia è la foca comune. Di colore grigio, con macchie più scure sul dorso, raggiunge una lunghezza che varia dai 160 ai 200 centimetri. Il corpo è tondo e si assottiglia gradualmente fino a terminare nella coda.

La testa è tonda. Presenta un profilo concavo simile al muso di un cane. È questa la principale caratteristica che le differenzia dalle loro cugine, le foche grigie.

Il cranio di queste ultime, visto di profilo, presenta una linea convessa, come il muso di un cavallo. Il colore del manto della foca grigia varia dal nero-marrone fino all’argenteo, a seconda che l’animale sia asciutto, bagnato o in muta.

Durante lo snorkeling nelle acque ricche di flora, che circondano l’isola, è possibile imbattersi in entrambe le specie.

Nel mare della laguna di Cairns of Coll è possibile incontrare anche numerose specie di meduse. Come detto precedentemente le più grandi superano il metro di lunghezza.

Ma queste non sono un pericolo. Il corpo, le mani, i piedi e la testa saranno riparate da una muta di 7/8 mm, che non è inclusa nel prezzo, ma dovrete noleggiare al momento della prenotazione.

La muta è come una corazza, che non permette ai tentacoli della medusa di iniettare il liquido orticante nel vostro corpo in caso di contatto.

In acqua trascorrete da una a due ore, ma l’esperienza dura l’intera giornata. La mattina la compagnia tiene una conferenza informativa sulla laguna e le specie di animali in cui è possibile imbattersi. A metà mattina ha inizio il Tour in gommone che termina nel tardo pomeriggio.

La programmazione può cambiare al porto di partenza e ai giorni a disposizione per l’escursione.

Nuotare con le foche all’isola di Coll, le regole

Nuotando tra la ricca vegetazione che ricopre i fondali della laguna potete imbattervi in numerosi animali.

I più affascinanti e curiosi che vivono in queste acque sono le foche. Ma non sempre si lasciano avvicinare facilmente, vi sono delle regole che possono aiutare ad approcciarsi con questi mammiferi marini.

Le foche sono da sempre prede, questo le ha portate ad essere guardinghe. Quando un estraneo entra nel loro territorio diffidano dall’avvicinarsi, osservando la scena da lontano.

Per questo motivo durante un incontro in acqua è fondamentale non nuotare mai in direzione della foca. Terrorizzata può confondervi con un predatore e scappare via.

Il comportamento più adeguato da mantenere è di indifferenza. Solo quando la foca comprende che non sei un pericolo per lei, curiosa si avvicinerà.

Per lo stesso motivo è essenziale ridurre il rumore al minimo. Le pinne vanno mosse costantemente sotto la superficie. L’impatto tra queste e l’acqua causano forti rumori, che impauriscono gli animali e nuotare con le foche diventa impossibile.

Se incontrate una foca sulla terraferma è essenziale non farla sentire in trappola. Non posizionatevi mai tra lei e il mare. Questo è la sua unica via di fuga, se la foca si sente in pericolo potrebbe diventare aggressiva.

Durante il tratto in barca è molto facile imbattersi in questi mammiferi che riposano sugli scogli. Ma in acqua il contatto non può essere garantito.

Le variabili sono numerose, dal rumore prodotto dal gruppo che parteciperà allo snorkeling, alle condizioni del mare, alla voglia di giocare di questi spettacolari animali.

Più seguite le regole in modo rigoroso maggiori sono le possibilità di avvistamento.

Animali che si possono avvistare durante l’escursione

  • Foca comune: l’85% delle foche comuni del Regno Unito si trovano in Scozia
  • Foca grigia: In Gran Bretagna il maggior numero di nascite di queste foche sono tra settembre e dicembre
  • Delfino comune: agili e veloci amano giocare con le onde generate dalla barca
  • Tursiopi (bottlenose dolphin): tra i trenta e quaranta individui cavalcano le onde nelle Ebridi interne. Abitano sia le acque costiere che quelle più profonde
  • La Focena: delfini di piccole dimensioni e molto timidi.
  • Minke Whale: la più piccola balena che abita le acque del Regno Unito. Hanno una vita media intorno ai cinquant’anni.
  • Orca: Nella costa ovest della Scozia transitano alcuni esemplari. Basking Shark organizza in Norvegia lo snorkeling con le orche
  • Lontra: è in animale prevalentemente notturno che ama passare il suo tempo in acqua
  • Medusa: i tentacoli di questi animali contengono cellule orticanti che funzionano una sola volta, dopo di che devono essere rigenerati
  • Granchi: sono animali anfibi, vivono sia fuori che dentro l’acqua

La nostra esperienza

Lasciamo Oban per raggiungere il piccolo porto di Coll. Lo staff di Basking Shark ci attende puntuale alle 09,45 al molo.

In macchina raggiungiamo il b&b dove soggiorneremo questi due giorni. Il tempo è pessimo, pioggia e vento forte ostacolano i nostri progetti.

Abbiamo appuntamento per un briefing iniziale alle undici in punto all’ostello di  Arinagour. Lo staff ci fornisce informazioni sulla flora e la fauna dell’isola. Terminata la riunione il tempo non migliora e la compagnia decide di rinviare l’escursione nel pomeriggio.

Fortunatamente il sole fa capolino e nel primo pomeriggio usciamo in barca. La meta è la laguna di Cairns of Coll dove acque basse permettono di praticare snorkeling in sicurezza, in un ambiente unico.

Arrivati rimaniamo veramente stupidi. Il mare è trasparente di un colore verde acqua disarmante.

Mettiamo la muta e ci caliamo in acqua. Le foche ci controllano a distanza ma i continui schizzi e movimenti bruschi di alcuni partecipanti le tengono lontane. Notiamo subito l’alta presenza di piccole meduse e granchi enormi che camminano sul fondale.

nuotare con le foche

Attraversiamo tratti dove l’acqua profonda inghiotte nel suo blu i vari pesciolini che scattano a destra e a sinistra.

La vegetazione sott’acqua è rigogliosa. Passiamo in mezzo ad una vera e propria foresta che si sviluppa sotto il livello del mare, provando una bellissima sensazione.

Qualcosa si muove alla nostra sinistra. Una foca prende coraggio e prova ad avvicinarsi, ma sparisce subito nella zona profonda, siamo troppo rumorosi.

Davanti a noi compare una medusa gigante. Anzi siamo noi a nuotare verso di lei, osservando la sua maestosità mentre si lascia comodamente trasportare dalla corrente.

Facciamo una sosta su di una spiaggia di sabbia bianca, piena di conchiglie. Visitiamo la piccola isola prima di ripartire.

Un’ultima nuotata tra la vegetazione di questo mare ci permette di innamorarci della laguna prima di tornare all’imbarcazione e partire per il villagio di Arinagour.

Ed ecco che quando la giornata sembra finita nascono nuove emozioni. Un piccolo branco di delfini nuota al nostro fianco.

Prezzi ed informazioni utili

I costi dell’escursione

Un giorno – Tour della laguna e snorkeling con le foche: 155£ (170 euro in base al cambio)

Due giorni – Tour della laguna, snorkeling con le foche e snorkeling con lo squalo elefante: 370£ ( 406 euro in base al cambio)

I prezzi dei tour non comprendono la quota per il noleggio dell’attrezzatura. Vanno aggiunti 35£ (38 euro in base al cambio) per avere: maschera con boccaglio, muta da 7mm, scarponcini, guanti e cappuccio. Incluso nel prezzo base c’è una bevanda calda e un piccolo snack a fine escursione.

Se come noi prenotate l’escursione di due giorni nel prezzo è incluso il soggiorno di due notti all’ostello di Arinagour. In caso non vi sono camere disponibili o volete camere private è possibile prenotare nelle strutture presenti nel piccolo villaggio.

Cosa portare con voi

Noi siamo stati nel mese di agosto. La temperatura dell’acqua toccava i cinque gradi mentre quella esterna non oltrepassava i quindici. Per un’intera giornata fuori in barca abbiamo portato:

  • Vestiti pesanti di cambio: per cambiarsi una volta finito lo snorkeling e stare al caldo
  • Asciugamano: per asciugarvi una volta finita l’escursione
  • Costume: da tenere sotto la muta
  • sottomuta: per proteggerci maggiormente dall’acqua fredda abbiamo portato la nostra sottomuta personale
  • Action cam con scafandro: sotto all’acqua cristallina c’è una natura pazzesca da riprendere
  • Snack e pranzo al sacco: nel prezzo dell’escursione non sono inclusi pasti e bevande. Portate con voi il pranzo al sacco con cibi salati se soffrite il mal di mare
  • Pastiglie per il mal di mare: su un gommone rispetto a una barca le oscillazioni si sentono maggiormente
  • Sacca impermeabile per materiale fotografico: cambiandosi a bordo è un continuo viavai di gente bagnata che passeggia sulla barca.

Piccoli suggerimenti per lo snorkeling con le foche

Ecco alcuni suggerimenti nati dalla nostro esperienza:

  • Durante lo snorkeling nella laguna se fate il minor rumore possibile in acqua le foche prendono fiducia e si avvicinano
  • Pensavamo di soffrire tanto il freddo immersi nel mar del nord, ma non è stato così. Consigliamo di portavi una sottomuta da 2mm che integrata alla muta da 7mm vi isola perfettamente dall’acqua gelida.
  • A bordo non vi sono i bagni, prima della partenza fate i vostri bisogni
  • Prenotate con grande anticipo l’escursione. La compagna, essendo l’unica ad operare nel settore, ha grandi richieste

Questa escursione è stata parte di un Tour di due giorni dedicato alla scoperta della fauna locale. Il primo giorno destinato alla scoperta della laguna di Cairns, il secondo a nuotare con lo squalo elefante, il secondo squalo più grande al mondo.

 

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squalo elefante Scozia

Lo squalo elefante, snorkeling con il secondo squalo più…

  • 12 settembre 20171 ottobre 2017
  • by viportoviaconme

Avete mai sognato di immergervi in una gabbia tra gli squali bianchi o fare snorkeling con lo squalo balena?

In Scozia è possibile vivere un’esperienza simile. Le coste orientali sono abitate da un gigante buono, lo squalo elefante.

Con una lunghezza che può raggiungere i dieci metri si classifica come il pesce più grande di tutto il Regno Unito. Nuotare nell’oceano a pochi metri di distanza da questo squalo è un’esperienza stravagante che regala una scarica adrenalinica ed emozionale immensa.

Lo squalo elefante, il gigante buono

Negli ultimi anni una delle esperienze più desiderate dai viaggiatori è quella di nuotare con gli squali balena, i pesci più grandi al mondo.

Ma amando le acque calde difficilmente potete trovarli al largo delle nostre coste, per avvistarli è necessario intraprendere viaggi di media lunghezza.

Esiste però  una squalo meno conosciuto che ama le temperature più rigide, popolando gli oceani e i mari freddi. Si tratta dello squalo elefante (o basking shark), il secondo pesce più grande al mondo e innocuo per l’uomo.

squalo elefante

La dieta del Basking shark

La caratteristica che più colpisce dello squalo elefante è la bocca.

Con un’apertura che può raggiungere un metro di larghezza, nuota a fauci aperte attraverso le fioriture di plancton, filtrando l’acqua attraverso le branchie.

Infatti il basking shark fa parte della piccola famiglia di squali filtratori planctofagi, la sua dieta è costituita dai piccoli organismi presenti nel plancton.

Attraverso questo tipo di alimentazione ha sviluppato un apparato completamente differente rispetto gli altri predatori.

Nuotando in superficie incanala centinaia e centinaia di litri di acqua attraverso l’enorme bocca. L’acqua viene filtrata attraverso le branchiospine, filamenti lunghi e sottili che creano una fitta rete all’interno delle branchie, dove il cibo viene imprigionato.

Quando lo squalo elefante chiude la bocca le branchiospine si assottigliano e il cibo catturato viene inghiottito in un unico blocco.

Procedendo ad una velocità di due miglia all’ora, un adulto, può filtrare fino a novemila litri di acqua all’ora e contenere nel suo stomaco una quantità di cibo pari a mezza tonnellata.

La semplicità con cui il basking shark si alimenta e il minimo dispendio energetico necessario hanno permesso a questo squalo di svilupparsi fino a raggiungere dimensioni notevoli.

Lo squalo elefante adulto può raggiungere una lunghezza di 10 metri, per un peso complessivo che supera le tre tonnellate.

Come riconoscere uno squalo elefante

Come detto sopra la caratteristica che più colpisce di questo gigante è la bocca, ma quando lo squalo elefante nuota in superficie, con le fauci chiuse, è molto facile confonderlo con il grande bianco.

Vi sono altri tratti che distinguono questa specie dai suoi simili.

Lo squalo elefante presenta due pinne dorsali. La prima è di forma triangolare e molto grande, facilmente supera il metro d’altezza. Durante l’età matura la pinna può perdere tono ed è possibile avvistare punte ricurve fuoriuscire dall’acqua.

La seconda è più piccola, posizionata vicino alle pinne caudali. Quest’ultime sono simmetriche e hanno una forma simile ad una mezzaluna.

Quando nuota appena sotto la superficie è possibile avvistare la pinna dorsale e caudale che tagliano l’acqua. A queste si aggiunge la punta tondeggiante del muso che fuoriesce dalla superficie quando lo squalo elefante nuota a bocca aperta.

squalo elefante

È da questa caratteristica, più accentuata nei piccoli, che deriva il nome di squalo elefante. Alla nascita questo pesce ha il muso molto allungato, che ricorda la proboscide di un elefante. Solo con gli anni le proporzioni del capo si calibrano.

Un elemento che spesso sorprende è la presenza dei denti. Gli squali elefante presentano numerosi file di dentini ricurvi, che non superano i sei millimetri, e non vengono utilizzati per l’alimentazione.

L’idea più plausibile è che servono durante la riproduzione, anche se ancora oggi non è chiaro come avvenga l’accoppiamento.

La pelle di questo gigante è costituita da dentelli dermici fatti di dentina e ricoperti di smalto, come quella di altri squali. E’ una pelle molto ruvida, al tatto sembra carta vetrata. Il colore è grigio scuro, con striature più chiare nella parte inferiore.

Area di diffusione degli squali

Lo squalo elefante si trova in tutte le acque temperate e fredde.  È possibile trovarlo stagionalmente nel mar Ligure e mar Tirreno, mentre difficilmente è avvistabile  nel Mediterraneo. Vive nei mari dell’isola scandinava, del Giappone, del sud America, dell’Australia e nell’oceano Atlantico, dove nel periodo estivo si avvicina alle coste scozzesi, con un hotspot nelle isole ebridi interne.

Curiosità sullo squalo elefante

Il basking shark è uno squalo ancora poco conosciuto, molti sono i dubbi riguardanti questa specie in quanto durante la stagione invernale scompaiono allontanandosi dalle coste, ma numerose sono anche le curiosità che lo riguardano:

  • Nonostante le dimensioni considerevoli di questo squalo il cervello misura solo 10 centimetri. L’involuzione dell’organo è causata dall’energia limitata della loro dieta e dai requisiti minimi necessari per la caccia
  • Il fegato è l’organo più grande, può raggiungere fino un terzo del peso dello squalo. Questo contiene un olio utilizzato come fonte di energia durante il periodo delle migrazioni. Inoltre è usato per calibrare la spinta idrostatica e galleggiare, in quanto privi di vescica natatoria
  • Lo squalo elefante ha un ottimo rapporto con l’uomo. La nostra presenza non lo infastidisce si lascia avvicinare facilmente ed è per questo che è stato cacciato per molti secoli
  • Gli squali maschi, durante i rapporti, usano una parte modificata della pinna pelvica e introducono  nel corpo femminile fino a 50 litri di sperma

Nuotare con gli squali elefante con Basking Shark in Scozia

Durante la stagione primaverile, con la fioritura del plancton, gli squali elefante si avvicinano alle coste occidentali scozzesi. Il picco avviene a metà estate e solo nella stagione autunnale i giganti si allontanano dalle costa, per raggiungere il mare aperto.

L’associazione Basking Shark, situata nell’isola di Coll nelle Ebridi interne è l’unica ad offrire escursioni specialistiche in Scozia.

Dal 2012 studia le migrazioni degli squali elefante, sfrutta la sue esperienza nel territorio per organizzare escursioni guidate, non solo alla scoperta degli squali, ma dell’intera fauna selvatica.

La loro missione è quella di creare un’iterazione tra l’uomo, la natura e i suoi animali. Per questo hanno sviluppato un codice di condotta da mantenere duratene le escursioni, per garantire il benessere e la protezione degli squali insieme alla sicurezza dei clienti.

Le regole dell’escursione per nuotare con gli squali

All’escursione per nuotare con gli squali possono partecipare tutti. L’età minima è di otto anni. I bambini dovranno essere accompagnati da un genitore o tutor.

Coloro che vogliono prendere parte all’avventura per avvistare gli squali e godere dei magnifici panorami sull’isola, senza entrare in acqua, sono i benvenuti. Durante la giornata possono aiutare lo staff a raccogliere le informazioni su questi giganti.

Le persone interessate allo snorkeling devono essere discreti nuotatori e avere una buona forma fisica.

squalo elefante

La barca si avvicinerà allo squalo senza mai oltrepassare la distanza di sicurezza. Per raggiungerlo sarà necessario percorrere a nuoto una centinaia di metri, spesso in direzione perpendicolare allo squalo, in modo da riuscire ad intercettarlo senza infastidirlo.

Sempre per questo motivo il gruppo sarà composto massimo da quattro persone più la guida, che darà le indicazioni necessarie per raggiungere nel minor tempo possibile lo squalo.

Durante questa fase è molto importante ridurre al minimo ogni rumore, prodotto sia fuori che in acqua.

La guida vi parla attraverso dei gesti, mentre è vostro compito evitare urti, sopratutto con le pinne, contro la superficie dell’acqua. Questo comportamento provocherebbe confusione causando l’allontanamento del gigante buono.

Come e dove avviene il tour

Il tour avviene su una barca con otto sedute al coperto e un’area esterna nella parte posteriore dell’imbarcazione. Il numero dei partecipanti è limitato a dieci. A bordo vi sono uno skipper e due guide biologhe, in grado di rispondere a ogni vostra domanda.

Lasciato il piccolo molo di Arinagour navigate per tre quarti d’ora in direzione sud, per raggiungere il punto di hotspot dei basking sharks. Tra l’isola di Coll e l’isola di Tiree si estende l’area frequentata dagli squali elefante nel periodo estivo.

Essendo un’esperienza completamente naturale l’avvistamento non può essere garantito al cento per cento. Il tempo necessario per la ricerca può durare qualche minuto o estendersi fino a molte ore.

Le escursioni durano dalle otto alle nove ore, per dare la massima possibilità ai partecipanti di vivere un’esperienza unica.

Le condizioni meteorologiche giocano un ruolo fondamentale. Le onde alte, oltre a non permetterti di nuotare con gli squali in sicurezza, creano movimento e piccoli schizzi che spesso possono essere confusi con i movimenti dello squalo, rendendo l’avvistamento difficoltoso.

Se la compagnia non ritiene opportuno avventurarsi in mare aperto l’escursione può essere rimandata di qualche ora o nel pomeriggio, aspettando un miglioramento del meteo.

squalo elefante

La nostra esperienza

È il secondo giorno di escursione. Incontriamo lo staff al molo del piccolo paese di Arinagour alle 09.00 del mattino.

La marea è bassa, scendiamo lungo i gradini a pioli della banchina per imbarcarci. Prendiamo posto all’interno del gommone in quanto la temperatura esterna è ancora bassa.

Durante la navigazione per raggiungere il punto di Hotspot degli squali elefante, la guida fornisce informazioni riguardo la vita di questi animali e le loro migrazioni.

In meno di tre quarti d’ora avvistiamo una coppia di squali, ma il mare è troppo mosso. Nuotare in queste acque così agitate potrebbe essere pericoloso. Dobbiamo trovare un luogo più protetto e sperare che questi magnifici giganti ci raggiungano.

È ora di pranzo e le ricerche continuano. Le condizioni non sono ancora ottimali, anche se il tratto di mare è un canale protetto da due isole.

Ecco due squali sopraggiungere verso di noi. La guida è incerta, il mare è mosso, ma decidiamo di tentare.

Stringiamo la maschera, agganciamo le pinne e siamo pronti per tuffarci. L’acqua è gelida, delicatamente ci lasciamo scivolare in mare. La muta isola alla perfezione e senza sentire freddo seguiamo la guida che ci porta verso lo squalo.

A bocca aperta si dirige verso di noi. Enorme, magnifico ed elegante. Il cuore batte all’impazzata di fronte ad uno spettacolo unico.

Lentamente nuota verso di noi  e con nonchalance ci oltrepassa. Il gommone piano piano si avvicina per farci risalire. Quattro, cinque, sei volte non contiamo più le nostre immersioni. Siamo in completa fase di trance. L’adrenalina è alle stelle.

squalo elefante

Prezzi ed informazioni utili

I costi dell’escursione

Un giorno – Snorkeling con lo squalo elefante: 190£ (208 euro in base al cambio)

Due giorni – Snorkeling con lo squalo elefante + tour della laguna e snorkeling con le foche: 370£ (403 euro in base al cambio)

Il prezzo riportato sopra è quello base ed include uno snack alla fine dell’escursione. A questo va aggiunto il costo dell’attrezzatura noleggiata se non ne avete una vostra. Affittare l’equipaggiamento per due giorni costa 35£ (38 euro in base al cambio). Vi vengono forniti: maschera con boccaglio, pinne, guanti, scarponcini cappuccio e muta da 7mm.

Se come noi scegliete l’escursione di due giorni il tuor include due notti nell’ostello di Arinagour. Se preferite una camera privata vi sono alberghi e b&b disposti ad ospitarvi, ma i posti sono limitati. Prenotate il prima possibile.

squalo elefante

Cosa portare con voi

Noi abbiamo fatto lo snorkeling con lo squalo elefante nel mese di agosto. La temperatura esterna era di quindici gradi mentre quella del mare di cinque. Per una giornata fuori in barca abbiamo portato:

Vestiti caldi: Il clima è variabile ma lontano dalle coste la temperatura è tendenzialmente più bassa e fredda

Costume: da tenere sotto la muta

Asciugamano: finita l’escursione avrete bisogno di asciugarvi per indossare vestiti caldi

Sottomuta: una barriera in più tra il corpo e l’acqua fredda con una temperatura che varia dai dieci ai sedici gradi

Pranzo al sacco/snack: nel costo dell’escursione non sono compresi il pranzo e le bevande (mangiate salato per il mal di mare)

Pastiglie per il mal di mare: il movimento del gommone accentua il malessere

Action cam: per riprendere questo momento che difficilmente potrete rivivere

Piccoli suggerimenti per l’immersione con gli squali elefante

Ora che siete pronti per vivere questa avventura vi lasciamo qualche suggerimento nato dalla nostra esperienza:

  • Per raggiungere l’isola di Coll bisogna prendere il traghetto della compagnia Caledonian Mac Brayne. Andate al porto della città di Oban anche il giorno prima e comprate il biglietto del traghetto. Noi per paura di non trovare posto abbiamo prenotato online tramite il sito di Aferry che ci ha riservato due posti per un orario inesistente. Lo staff era dispiaciuto e ci ha consigliato di non affidarci più ad agenzie online
  • Prenotate almeno due mesi prima l’escursione con lo squalo elefante. Noi a circa un mese dalla partenza abbiamo trovato tutte le gite da un giorno tutte occupate
  • Quando siete in acqua e andate incontro allo squalo elefante sbattete il meno possibile le pinne sulla superficie. Se si spaventa cambia subito direzione. Per evitare l’impatto con l’acqua nuotate leggermente inclinati su un lato
  • A bordo non vi sono i bagni. Liberate la vescica prima di salire sull’imbarcazione
  • Se volete riprendere la vostra esperienza ma non avete l’attrezzatura necessaria la compagnia Basking Shark noleggia videocamere
  • Noi usando un sottomuta da 2mm e la muta da 7mm a nostra sorpresa in acqua non abbiamo sofferto il freddo. Consigliamo di lasciare un piccolo posto in valigia per un sottomuta.

Pro e contro lo snorkeling con squalo elefante

I vantaggi sono:

  • L’estrema professionalità di tutto il team, staff preparato e con anni di esperienza. Ci siamo sempre sentiti al sicuro, dal guidarci in mare aperto a fornirci spiegazioni teoriche molto dettagliate
  • L’attrezzatura a noleggio è in ottimo stato

Gli svantaggi sono:

  • Il prezzo: abbiamo trovato esagerato pagare 400 euro per due giorni e non avere i pasti inclusi. Lo snack offerto è un centimetro quadrato di torta.

Questa avventura è stata parte di un’escursione di due fantastici giorni. Uno dei quali è stato dedicato interamente alla scoperta delle acque cristalline della laguna al nord dell’isola di Coll. Piccolo paradiso in cui foche curiose nuotano al tuo fianco.

 

 

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Europa

Visita alle Smoo Cave di Durness

  • 3 settembre 201710 aprile 2018
  • by viportoviaconme

La Smoo cave è la più grande grotta costiera delle isole britanniche. È credenza popolare che l’ingresso rappresenti la porta per accedere al mondo fatato, ma la leggenda più conosciuta riguarda lo stregone di Reavy, Donald Mackay.

Il giovane nobile scelto e persuaso dal diavolo in persona fu invitato a studiare le arti oscure alla scuola nera di Padova. Quando il giovane stregone finì il suo apprendistato il Signore dell’oscurità tentò, come sua abitudine, di appropriarsi dell’anima del ragazzo.

Ma Donald, conoscendo ormai i trucchi del suo maestro, grazie ad un abile tranello, riuscì a scappare lasciando al diavolo la sua ombra piuttosto dell’anima.

Anni dopo Mackay andò in visita alla Smoo cave col suo cane, che avvertendo qualcosa di perfido e malvagio, corse all’interno abbaiando, ma ne uscì impaurito e senza più il pelo. Il diavolo stava aspettando il suo padrone per vendicarsi. Donald capì e scappò via di corsa.

Non si sa se Lucifero risieda ancora nascosto in questa grotta, ma il fascino e la complessa geologia della caverna attirano ogni anno più di 43.000 visitatori.

Durness in Scozia

L’itinerario on the road percorso all’interno del territorio scozzese ci ha condotto a Durness, cittadina situata nel Nord del Regno Unito.

La geologia del piccolo paesino e del terreno circostante è molto complessa, composta da una gamma di rocce sedimentarie e metamorfiche stranamente vasta per un’area così piccola.

Questa caratteristica abbraccia l’intero Geopark Highland North West e si è sviluppata a causa di un Thrust, una faglia inversa conosciuta con il nome di Moine.

Il termine deriva dalla voce milonite (dal greco mylon, macina) che fu introdotto per descrivere la roccia a granulometria fine che caratterizza il Thrust.

Durness è il villaggio più grande della Scozia nord-orientale, la regione più disabitata dell’intero paese. Ancora poco turistica, vanta spiagge di sabbia bianchissima bagnate da acque turchesi, scogliere selvagge e caverne nascoste.

La più maestosa e conosciuta è la Smoo cave, una grotta marina a soli cinque minuti di auto dal centro paese.

La Smoo Cave a Durness

Percorrendo la A838 da Thuso a Ullapool, poco prima del piccolo villaggio di Durness, un cartello segnaletico indica il parcheggio da cui ha inizio il sentiero che conduce alle Smoo Cave.

L’aerea è gestita dal  Highland Council, che ha messo a disposizione dei vistatoti bagni pubblici, un’area pic-nic e pannelli informativi sulle Smoo cave.

Su entrambi i lati del parcheggio partono dei sentieri che si congiungono poco dopo in una scalinata,  che rapidamente scende lungo la scogliera e raggiunge una piccola baia.

Qui un ponticello di legno rende agevole il superamento di un piccolo fiume di acqua dolce e vi regala una magnifica vista della bocca della grotta.

Su una piattaforma, poco prima dell’ingresso, sono messi a disposizione di ogni visitatore caschetti e fogli informativi che vanno restituiti alla fine della visita.

Ingresso e  prima camera

L’entrata della Smoo Cave si è formata grazie all’erosione del mare, che per anni ha scavato la roccia. Con un’altezza di 15 metri e una larghezza di 40 è l’ingresso di grotta marina più grande di Gran Bretagna.

La camera si trova all’interno di una gola lunga seicento metri che inizialmente, prima del collasso, era parte integrante della grotta. Ancora oggi sul pavimento si possono notare resti del tetto, che lentamente negli anni sono stati ricoperti dal manto erboso.

La grotta venne scoperta per la prima volta dai norvegesi e utilizzata come rifugio. Probabilmente è in questo periodo che è stato coniato il nome Smoo, derivante da  ‘smjugg’ o ‘smuga’ che significano buco, nascondiglio.

Le caratteristiche principali della prima camera sono un grande lucernario, intagliato nel soffitto, e pareti imponenti ricche di muschio. Qui è possibile prenotare il tour geologico a pagamento nella parte più profonda della grotta, raggiungibile solo in gommone.

Attraverso una passerella di legno è possibile accedere alla seconda camera, la più scenografica.

La cascata e seconda camera

Inoltrandosi nella seconda camera si capisce la particolarità di questa grotta. In quanto, se la parte esterna è nata grazie all’erosione del mare, i cunicoli e le camere interne sono stati incisi da due flussi d’acqua dolce.

Il primo proviene dal fiume Allt Smoo, un torrente che scorre nei terreni circostanti e cade all’interno della grotta con un salto di ventiquattro metri. Secondo la storia, vicende sanguinose sono avvenute in questa camera.

Si dice che il bandito MacMurdo nel sedicesimo secolo uccise diciannove persone e le gettò dal buco della cascata posta in cima alle Smoo cave. Certo che il diavolo fosse residente nella grotta, e che si sarebbe impossessato dei corpi, era convinto di non poter essere scoperto. Ma non fu così.

Dall’ingresso in pochi istanti si raggiunge una balconata affacciata sul laghetto che riempie la caverna. Le tranquille acque nascondono un segreto. Anche se può sembrare strano alcuni pesci vivono in questa scura piscina, compresi i temibili piranha!

Potete ammirare la cascata dal pontile ma non andare oltre, in quanto alla terza camera si può accedere solamente con un’imbarcazione.

La terza camera

Scendendo dei gradini a pioli e possibile imbarcarsi su un piccolo gommone e proseguire l’esplorazione della grotta. Oltrepassato un arco naturale di roccia, un tunnel alto circa due metri conduce alla fine della caverna.

Sul fondo del cunicolo scorre un fiumiciattolo, degli assi in legno rendono più agibile il passaggio. Durante il percorso la guida spiega l’origine della grotta e la sua composizione geologica.

Una parete, costellata da piccole stalattiti, segnala il termine della grotta. Qui si è formato un piccolo laghetto di acqua dolce. Acqua che proviene dalle profondità della terra e compone il secondo flusso della grotta.

La verità è che la caverna non finisce qui, ma prosegue sott’acqua. Scende per tre metri, poi cambia direzione e continua la discesa per altri quattro.

Purtroppo i tentativi, da parte dei sub, di esplorare la galleria non hanno avuto ulteriori risultati. Numerosi ostacoli, sommati alla poca visibilità, causata dal movimento dei sedimenti, hanno reso impossibile continuare l’esplorazione.

Secondo gli esperti, studiando i sedimenti trovati sulla superficie della piscina, il tunnel si aprirebbe in ulteriori camere oltre la scogliera, ma questo non si potrà mai sapere con certezza.

Affascinati dalla storia il tour finisce ripercorrendo la stessa strada dell’arrivo.

 

Il luogo del delitto, in cima alla cascata

Il percorso che conduce nella Smoo cave è circolare, terminata la visita alle camere potete continuare il breve sentiero. Risalendo lungo il lato opposto della gola si raggiunge la sommità della scogliera.

Da qui in meno di cinque minuti il sentiero si ricongiunge con la strada principale, la A838. Attraversate la via e raggiungete il piccolo ponticello di legno. Da qui potete ammirare dall’alto la cascata che entra nella grotta, luogo in cui MacMurdo getto i corpi delle diciannove vittime.

Seguendo il percorso in pochi minuti arrivate al parcheggio, il punto iniziale.

La Smoo cave e le condizioni meteo

Le condizioni atmosferiche della costa nord orientale della Scozia incidono in modo radicale sulla possibilità di visitare caverna.

La Smoo cave è una grotta attiva, alimenta dal flusso dell’Allt Smoo. Piogge eccessive causano l’innalzamento dei livelli dell’acqua del fiume, e di conseguenza della grotta.

L’innalzamento avviene principalmente per due motivi.

Il primo è la conseguenza della struttura del bacino idrografico della zona. Infatti questo è principalmente montuoso e composto da rocce impermeabili che fanno defluire l’acqua solo all’interno della grotta.

Il secondo agente è il vento. Il fiume Smoo è alimentato dal Loch Meadaidh (lago), distante due chilometri. Il forte vento (in base alla direzione) è in grado di trasportare grandi volumi di acqua supplementare nella grotta.

Questo comporta delle condizioni di insicurezza nella seconda camera e l’impossibilità di utilizzare il gommone per superare i principali ostacoli.

La nostra esperienza

Durante la progettazione dell’itinerario per il viaggio in Scozia, la Smoo Cave era una meta opzionale. Il primo posto da eliminare in caso di tempo mancato. Ad oggi possiamo dire che visitarle ne è valsa la pena.

Arrivati a Durness decidiamo di fermarci per visitare le Smoo Cave. Dal parcheggio un scalinata ci conduce alla base della scogliera in meno di 10 minuti. Davanti a noi si apre una vista incantevole, la bocca della grotta scavata nella roccia.

Poco prima dell’ ingresso, su una piattaforma in legno, troviamo elmetti bianchi e fogli informativi, che in diverse lingue spiegano le vicende della grotta.

Prendiamo un paio di caschetti in prestito e ci dirigiamo all’ingresso.

Un ragazza posta sotto la prima camera delle Smoo cave ci accoglie con un bel sorriso. Chiediamo informazioni e incuriositi prenotiamo il tour che ci conduce fino alla terza camera.

Visitiamo il tratto gratuito fino alla cascata prima di addentrarci nella grotta. Raggiungere l’ultima camera è semplice ma è necessaria un pò di abilità.

Scendiamo di qualche metro lungo una scala a pioli ed entriamo nel gommone. Navighiamo verso la cascata, passiamo sotto un piccolo arco di roccia rannicchiati all’interno dell’imbarcazione e raggiungiamo l’estremità opposta.

Da qui la perlustrazione della grotta continua a piedi. Attraverso un cunicolo, picchiando la testa un paio di volte contro il tetto della grotta, raggiungiamo la camera finale.

La guida, molto preparata, racconta la nascita della caverna e la sua conformazione. Riporta piccoli aneddoti e storie bizzarre, ma il tour velocemente finisce.

Attraverso lo stesso percorso ritorniamo alla cascata e salutiamo la grotta prima di avviarci verso l’uscita.

Prezzi e informazioni utili

I costi dell’escursione

Visita geologica della grotta per raggiungere la terza camera: 5£ (5,50 euro in base al cambio)

Il prezzo include il tour in gommone e a piedi per raggiungere l’ultima camera. Uno speleologo esperto vi spiega la conformazione delle grotte. Il tour delle Smoo Cave dura circa quindici/venti minuti.

La prima e la seconda camera sono ad accesso libero.

Cosa portare con voi

Noi abbiamo visitato le Smoo Cave di Durness durante la prima settimana di agosto. Con il cielo coperto e una temperatura di circa quindici gradi abbiamo usato:

  • Abbigliamento comodo 
  • Scarponcini impermeabili, nel tratto di tunnel che raggiunge la terza camera, sopratutto in caso di pioggia, scorre un piccolo corso d’acqua.
  • Mantella

Piccoli suggerimenti per il tour delle Smoo cave

Il tour delle Smoo cave è breve e non richiede particolari abilità o capacità. Gli unici suggerimenti sono:

  • Se avete intenzione di prenotare il tour e non volete portare gli zaini con voi potete lasciarli allo staff che trovate all’ingresso.
  • Sul gommone si sta per un breve tratto, vi avvicinerete molto alla cascata ma non vi bagnerete eccessivamente. Se volete proteggere voi stessi o la vostra reflex dagli schizzi d’acqua indossate un k-way o un indumento impermeabile.

Il nord della Scozia è stato una vera sorpresa, dalle scogliere a picco sul mare a spiagge di sabbia bianchissima inaspettate come sandwood bay. Una regione da visitare assolutamente.

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Europa

La valle di Glencoe, tra le Three Sisters e…

  • 27 agosto 201710 aprile 2018
  • by viportoviaconme

La valle di Glencoe è uno dei luoghi più affascinanti di tutta la Scozia.

Il glen (valle lunga e profonda, con una forma ad “U”)  si è formato grazie all’azione erosiva dei ghiacciai, che per secoli hanno modellato la terra dando origine a imponenti montagne e colline pittoresche.

La vallata si estende per quattordici chilometri all’interno delle Highlands nel Lochaber Geopark, a sud di Fort William. Regala panorami straordinari e unici nel genere.

Le Three sisters e la Lost Valley

Percorrendo la A82 da sud, in direzione del  piccolo villaggio di Glencoe, la vastità e solitudine dell’omonima valle vi ingoieranno.

Qui colline ricoperte da un morbido manto erboso contrastano le aride vette delle montagne. Cascate e ruscelli scorrono impetuosi tra le rocce, sono loro a dar vita a questo glen quasi del tutto disabitato.

Le Three Sisters, gigantesche conformazioni rocciose, dominano la valle regalando un paesaggio suggestivo.

Conosciute anche come le montagne Bidean nam Bian sono facilmente raggiungibili. Non serve percorrere nessun sentiero in quanto si affacciano direttamente sulla strada A82. Diverse sono le aree di sosta da cui è possibile ammirarle.

Dal parcheggio di fronte alle Three sisters parte il sentiero per raggiungere la Lost Valley dove, secondo alcune leggende, risiedono ancora i fantasmi della famiglia di McDonald.

In questa valle isolata e misteriosa il clan scozzese era solito nascondere il bestiame rubato. Ma tutto cambiò dopo il massacro di Glencoe.

Il 12 febbraio del 1962 la Scozia fu segnata dal più sanguinoso degli scontri tra clan. I Campbell, ospiti dei McDonald, ricevettero l’ordine da parte del governo di distruggere il clan.

Violando l’ospitalità i Campbell uccisero la maggior parte dei McDonald nel sonno mentre gli altri riuscirono a scappare.

Da allora la valle è pressoché disabitata e prese il nome di “The Weeping Glen” (la valle del pianto).

glencoe

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Il sentiero per la Lost Valley a Glencoe

Il sentiero che raggiunge Coire Gabhail (il vero nome della Lost Valley) è lungo circa quattro chilometri e corre tra Beinn Fhada e Gearr Aonach, due delle tre creste che compongono le Three Sisters.

Il percorso parte in prossimità della A82 (la strada che attraversa l’intera valle). Il parcheggio che fronteggia le Three Sisters è il punto di accesso più comodo.

Rivolti verso le tre creste sul lato sinistro dell’area di sosta un sentiero in discesa vi permette di raggiungere il fiume Coe. Grazie ad una scalinata di ferro e un ponticello potete superarlo facilmente e continuare il cammino, che in salita vi conduce fino alla valle.

Attraverso delle catene a cui aggrapparvi superate una parete rocciosa. Di seguito un sentiero ben tracciato oltrepassa un recinto per i cervi, raggiunge una cascata e continua costeggiando un piccolo torrente.

Solo verso la fine il sentiero diventa impegnativo e poco segnalato.

Un piccolo fiume vi separa dall’arrivo. Superarlo non è semplice soprattutto se in piena, ma, una volta oltrepassato, il traguardo è vicino.

Un ultimo tratto in forte pendenza vi permette di raggiungere in un quarto d’ora la Lost Valley.

La nostra esperienza

Raggiungiamo la valle di Glencoe nel pomeriggio, i suoi paesaggi ci incantano sin da subito. Cascate, colline e montagne si contrappongono tra loro.

Lasciamo la macchina nel parcheggio che si incontra lungo l’A82, nei pressi delle Three Sisters, per intraprendere il sentiero che ci conduce alle Lost Valley.

Dopo i primi 10 minuti, di piacevole discesa, raggiungiamo il ponte in legno che ci permette di attraversare il fiume Coe. Da questo punto in poi il sentiero sale, fino a raggiungere la valle.

Seguendo il percorso ci ricongiungiamo con un piccolo torrente che ci affianca per il resto del tempo. Su un tronco caduto riposiamo qualche minuto prima di affrontare il tratto più duro.

Manca poco all’arrivo quando il sentiero diventa meno definito e fangoso, le scarpe sprofondano nella terra bagnata.

Ad un tratto il torrente interrompe bruscamente il sentiero, che continua sulla riva opposta. La pioggia dei giorni precedenti è la causa di una forte corrente, ma dopo qualche difficoltà, nel punto più a nord possibile; riusciamo ad attraversare il ruscello.

L’ultimo tratto in salita su un sentiero roccioso ci aspetta. Ecco che in meno di venti minuti la vista della Lost Valley si apre davanti a noi.

Ora ne comprendiamo veramente il nome e il motivo per cui i McDonald nascondevano qui il bestiame.

Visitiamo questa remota valle prima di riprendere il sentiero per tornare al parcheggio. Durante il ritorno ci rendiamo conto che molti campeggiatori stanno raggiungendo la Lost Valley per accamparsi per la notte.

Peccato non averci pensato e non essere preparati, sarebbe stata una bella notte avvolti dalla valle.

Non ancora pronti ad abbandonare la magica valle di Glencoe decidiamo di accamparci ai piedi delle Three Sisters.

Informazioni utili

Il percorso è lungo circa quattro chilometri, ritorno incluso, e raggiunge un altitudine di 382 metri nei pressi della valle. Noi non abbiamo un allenamento specifico per il trekking e abbiamo concluso il percorso in poco meno di tre ore al netto delle pause.

Cosa portare con voi

La Scozia è famosa per il suo meteo pazzo. Il versante occidentale, colpito dai venti provenienti dall’oceano atlantico, è il più piovoso e tempestoso di tutta la Scozia. Difficilmente potrete vivere un’intera giornata di sole nella valle di Glencoe.

Noi abbiamo visitato la Lost Valley la prima settimana di Agosto e la temperatura media durante il giorno era di sedici gradi, mentre la notte scendeva a dieci.

Per un’escursione di trekking alla Coire Gabhail, tenendo conto del meteo e terreno, consigliamo di partire con voi:

  • Scarponcini alti ed impermeabili, il terreno in alcuni tratti è molto fangoso ed è facile sprofondare. Noi abbiamo usato scarponcini bassi ma eravamo sporchi di fango fino le caviglie.
  • Abbigliamento comodo, il percorso soprattutto nell’ultimo tratto è impegnativo
  • Giacca autunnale, la Lost Valley nel pomeriggio è in completa ombra. Questa sommata alla possibile umidità e al vento giocano a vostro sfavore.
  • Mantella, anche se non in questo caso specifico in Scozia più volte abbiamo iniziato un sentiero col sole e finito sotto la pioggia o viceversa. Una mantella a portata di mano è essenziale.
  • Tenda e accessori, se amate il campeggio potrete accamparvi alla base della valle (ricordatevi però del meteo pazzo). Noi abbiamo scoperto troppo tardi questa possibilità.
  • Spray anti zanzare e/o retina per il viso per combattere i midges. I famosi moscerini scozzesi che in assenza di vento vi tormenteranno.

Piccoli suggerimenti per affrontare glencoe

Come accennato precedentemente molti campeggiatori nel tardo pomeriggio raggiungono la valle, per accamparsi e passare la notte avvolti nella misteriosa Lost valley.

Noi abbiamo perso questa opportunità, ma abbiamo deciso di passare la notte ai piedi delle Three Sisters. Se anche voi amate il campeggio questo è un luogo affascinante in cui montare la propria tenda. Dopo la nostra esperienza vi suggeriamo di:

  • Montare la tenda in un punto elevato come una piccola collina. In questo modo in caso di pioggia l’acqua defluisce più facilmente
  • Non montare la tenda alla base delle colline, questi sono i punti in cui l’acqua si accumula più velocemente generando un terreno fangoso e paludoso.
  • Portare una tenda impermeabile, in quanto la probabilità di trascorrere una notte sotto la pioggia è elevata. Noi con una tenda  con 3000 mm di colonna d’acqua non abbiamo riscontrato problemi. Tenete presente che con un pioggia moderata/forte scendono tra i 6 e i 10 mm d’acqua all’ora.
  • Sacco a pelo con una temperatura comfort di 10°. Noi vestiti e con un sacco a pelo con queste caratteristiche non abbiamo sofferto il freddo.

Questo è solo uno dei magnifici percorsi che la Scozia offre. Non perdetevi l’isola di Skye con le sue escursioni di whale watching e le magnifiche spiagge come Sandwood Bay nel nord della Scozia.

 

 

 

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