Cage diving in Nuova Zelanda, incontrare lo squalo bianco
Forza eccezionale, denti appuntiti e cattiveria radicata, queste sono le prime caratteristiche che saltano alla mente quando si pensa allo squalo bianco.
Le coste australiane affollate da surfisti, le spiagge della florida popolate da turisti e i litorali sud africani ricchi di otarie sono i luoghi che ci immaginiamo.
Ma esiste un posto meno conosciuto in cui è possibile incontrare questo enorme carnivoro, la Nuova Zelanda.
Durante il nostro viaggio dall’altra parte del mondo, abbiamo avuto l’opportunità di fare cage diving in Nuova Zelanda, un’immersione in gabbia con lo squalo bianco.
Cage diving in Nuova Zelanda, immersione con lo squalo bianco
Lo squalo bianco è il pesce predatore più grande al mondo, il primo anello della catena alimentare.
Diventato il simbolo di terrore, nuota nei mari disseminando panico tra gli abitanti dell’oceano e della terra.
La paura per questo magnifico predatore ha generato un’aurea di fascino e curiosità nei suoi confronti. Un interesse tanto elevato da spingere l’uomo ad immergersi nel suo territorio, per studiarne le caratteristiche.
La dieta dello squalo bianco
Lo squalo bianco fa parte della famiglia dei Lamnidi. Le specie che appartengono a questa categoria sono solo cinque e rappresentano i pesci predatori più grandi al mondo.
Questo grande pesce ha organi di senso molto sviluppati. Come noi possiede il senso del gusto, dell’udito, del tatto e della vista, ma il più sviluppato in assoluto è quello dell’olfatto.
Lo squalo bianco può percepire odori a chilometri di distanza, può avvertire la presenza di una goccia di sangue diluita in centinaia e centinai di litri d’acqua.
Inoltre sulla parte anteriore del muso sono situate le ampolle di Lorenzini, dei ricettori elettrici, magnetici e termici. Percependo la variazione dei campi elettromagnetici generati da altri animali, lo squalo può individuare facilmente probabili prede.
La dieta dello squalo bianco è molto ampia, e varia in base all’area di diffusione.
Questo gigante ama cacciare molluschi, tartarughe, pesci, delfini e carcasse di balene. Ma il suo pasto preferito è composto da foche e otarie.
Quando uno squalo bianco attacca una potenziale preda la sua testa subisce una forte deformazione. La struttura del cranio si modifica, riuscendo ad aprire la bocca in modo smisurato.
In questa fase la mascella viene spinta in avanti, così che i denti inferiori e superiori si allineino per aumentare al forza del morso, che può raggiungere i 300 kg di pressione.
Le strategie di attacco utilizzate dal grande predatore sono però varie.
I metodi cambiano a seconda dei fattori climatici, ambientali, dal luogo di caccia e dalle dimensioni dell’individuo, più è grande più privilegia prede massicce e proteiche.
Uno degli attacchi più conosciuti è quello verticale.
Lo squalo studia la preda dal basso, grazie alla sagoma in controluce ha un ottima visuale del suo obbiettivo. Nel momento più opportuno sferra l’attacco, dirigendosi a grande velocità verso la superficie.
La preda viene spinta fuori dall’acqua, seguita in alcuni casi dallo squalo, che compie balzi che possono raggiungere anche i tre metri
La tecnica di caccia più utilizzata consiste nel colpire la preda mordendola un unica volta, per poi lasciarla morire per lo shock.
In questo modo lo squalo è in grado anche di capire se la preda sia adatta alla sua dieta, provandola prima con un morso.
Come riconoscere lo squalo bianco
Quando una pinna dorsale taglia la superficie del mare il nostro pensiero va subito a lui, il maestoso squalo bianco.
Da secoli è il predatore più affascinante e studiato del mare, ma come riconoscere questo grande animale?
Questo gigante dei mari è caratterizzato da un corpo affusolato, che consente una grande idrodinamica, per sfruttare al meglio la spinta propulsiva della coda.
Lo squalo bianco presenta due pinne dorsali, queste sono sostenute da uno scheletro cartilagineo e non presentano la spina dorsale.
Questa caratteristica rende le pinne robuste ed allo stesso tempo elastiche, elemento indispensabile per permettere allo squalo una corretta navigazione ed equilibrio.
La prima pinna dorsale ha dimensioni maggiori e fuoriesce dall’acqua quando il pesce nuota vicino alla superficie. La forma è equiparabile a quella di un triangolo con i lati arrotondati.
La pinna nasce sull’asse verticale che passa per il punto terminale dell’attacco della pinna pettorale.
La seconda pinna, nettamente più piccola, è arretrata e inizia a livello della pinna anale.
Sia le pinne dorsali che le anali svolgono una funzione indispensabile per minimizzare l’oscillazione dello squalo lungo il proprio asse e agevolare così la navigazione.
La pinna caudale del grande squalo bianco ricorda la forma di una mezzaluna, quasi del tutto simmetrica.
In molte specie di squali il lobo superiore tende a svilupparsi maggiormente, creando una grande dissimmetria tra le due parti.
Questo crea una differenza di spinta tra il lobo inferiore e superiore, che svilupperà una potenza maggiore. Ma è il movimento laterale, da sinistra a destra, dell’intera pinna caudale che crea equilibrio, costituendo l’elemento principale nel movimento dello squalo.
Le pinne pettorali nello squalo bianco sono il 50% più lunghe della prima pinna dorsale. Il loro compito è quello di contrastare la spinta verso il basso della pinna caudale.
La pelle delle dello squalo bianco, come nel basking shark, è ricoperta da dentelli dermici appuntiti con dimensioni che variano dai pochi millimetri fino a raggiungere un centimetro.
I dentelli ricoperti da uno smalto permettono all’acqua di scorrere in modo idrodinamico sulla superficie dello squalo.
Il colore di questo animale è bianco nella parte ventrale e grigio scuro nella parte superiore.
Area di diffusione dello squalo bianco
L’area di diffusione dello squalo bianco è molto ampia, è possibile trovarlo in quasi tutto il mondo.
Prediligendo le acque fredde, escluse quelle dell’artico e antartico, i luoghi di maggiormente interessati dalla presenza dello squalo sono: il Sud Africa, le coste californiane, il Messico e l’Australia.
Vi sono aree in cui il numero di squali è aumentato in modo esponenziale, questi luoghi sono diventati essenziali per lo studio della specie.
Il più conosciuto è Seal Island in sud Africa, dove una colonia di foche attira costantemente l’attenzione di questi enormi predatori.
Lo squalo bianco abita anche le acque del mar mediterraneo in un’area che si estende tra la Sicilia, la Tunisia e Malta.
Generalmente nuotano al largo delle coste, ma in casi in cui l’area si ricca di potenziali prede o la piattaforma continentale sia particolarmente vicino alla terraferma è possibile imbattersi in questi predatori nelle vicinanze del litorale.
Cage diving in Nuova Zelanda con Shark Experience
In Nuova Zelanda è possibile praticare cage diving nell’isola del sud.
Dal primo dicembre fino alla fine di giugno è possibile avvistare il grande squalo bianco al largo delle coste dell’isola di Titi, nello stretto di Faveaux.
La compagnia Shark Experience situata a Bluff, il centro abitato più a sud della nazione, è una delle poche specializzate nelle immersioni in gabbia con lo squalo bianco.
Da vent’anni gestiscono un’imbarcazione e da otto si sono specializzati nella ricerca e avvistamento di questo grande predatore.
Shark Experience è un’azienda che offerte ai clienti l’opportunità di interagire con il modo animale, in modo particolare con lo squalo bianco.
Si impegna a promuovere la protezione dell’ambiente e della fauna marina, rispettando rigorosamente le leggi dettate dalla nazione.
Come e dove avviene il tour
Il tour avviene su una piccola imbarcazione che ospita un massimo di dodici passeggeri.
All’interno la cabina è riscaldata e dispone di panche, tavolini e una piccola cucina. L’area esterna è molto ampia e divisa su due livelli. All’estremità della poppa è attaccata la gabbia che viene calata in mare solo raggiunto il punto di interesse.
Lasciato il porto di Bluff navigate per circa tre quarti d’ora, passando per l’isola di Stewart per accogliere nuovi passeggeri.
Raggiunto il luogo di passaggio degli squali, nello stretto di Faveaux (tra Bluff e Stewart Island), il capino Mike fornisce ogni indicazione indispensabile.
Essendo un’avventura a stretto contatto con la natura non può essere garantito l’avvistamento dello squalo bianco. L’escursione dura l’intera giornata nell’intento di riuscire a portare a termine la missione.
La compagni si trova a dover affrontare le dure leggi neozelandesi.
Rispetto ad altri stati, in Nuova Zelanda, è vietato sfamare gli squali. Possono essere attratti tramite esche e pasture di pesce misto a sangue, ma nulla deve finire tra le loro fauci.
Questa è la conseguenza a una polemica sollevata nel 2015 nei confronti di questa attività, ritenuta responsabile dell’aumento degli squali nelle acque circostanti (potete trovare maggiore informazioni qui)
In Nuova Zelanda si contano circa cinquanta attacchi di squalo di cui 9 fatali.
La compagnia Shark Experience mantiene il comportamento adeguato, riuscendo a regalare un’esperienza ricca di adrenalina.
Buone condizioni metereologiche sono fondamentali. Il forte vento o il mare eccessivamente mosso possono causare situazioni di pericolo per il cliente, sia in gabbia che fuori.
Per questo motivo il Capitano può decidere di annullare o rimandare il tour in qualsiasi momento senza preavviso.
La nostra esperienza
2 dicembre ’15. Uno dei sogni di Daniele si sta per esaudire. A breve incontreremo il grande squalo bianco.
La sveglia suona. Il cielo è ancora buio e le stelle sono nascoste da grandi nuvole quando partiamo. 72 Gore St a Bluff è la nostra meta, dove Mike e la sua équipe ci attende per firmare le ultime carte prima di salpare.
Dall’ufficio ci indicano una barca attraccata al porto, quella che ci ospiterà durante l’esperienza. Saliamo per scendere sottocoperta. Un pavimento in moquette, due piccoli tavoli e panche rivestite da morbidi cuscini, compongono il piccolo locale interno.
Ci accomodiamo mentre Mike sistema gli ultimi dettagli. Si presenta insieme ai suoi collaboratori e finalmente si parte.
Navighiamo per circa due ore. L’ansia cresce e la soffochiamo con biscotti di ogni gusto, accompagnati da un tè bollente. C’è molta gentilezza nell’aria, ma all’improvviso il motore si spegne.
Il capitano pastura avanzi di pesce con un vecchio macinino a mano.
Per noi è ora di vestirsi. Un elegante muta nera, stivaletti snelli ai piedi e un copricapo abbinato creano l’abito perfetto per immergersi. Agganciamo la cintura con i pesi in vita, per avere stabilità sul fondo della gabbia, ci armiamo di maschere e aspettiamo.
Dopo circa trenta minuti, in lontananza, una pinna taglia l’oceano. I primi quattro concorrenti scendono in acqua. Con il respiratore tra i denti e l’adrenalina che scorre nelle vene vivono il loro sogno.
Purtroppo lo squalo rimane per venti minuti, solo il primo gruppo riesce a scendere in gabbia.
Per gli altri sciagurati, noi compresi, si ritenta domani. Mike, in caso di mancato avvistamento, rilascia un buono da riutilizzare entro un anno.
È finalmente il nostro turno. Scendo in acqua, sono sola nella gabbia. Lo squalo si dirige verso di me. Sono bloccata dall’emozione, paura, ansia, agitazione, non so nemmeno io bene il motivo.
Daniele mi raggiunge. L’acqua è gelida, ma il corpo diventa bollente mentre il carnivoro gira intorno a noi. Quello che si prova guardando negli occhi uno dei più grandi predatori è difficili da descrivere.
Lo squalo come un fantasma appare per poi dissolversi tra il blu dell’oceano. Il gioco dura poco più di quindici minuti, poi scompare per non tornare più.
Torniamo in superficie. Ci spogliamo e corriamo sottocoperta per scaldarci. La giornata termina e noi siamo estremamente soddisfatti.
Prezzi ed informazioni utili
I costi dell'escursione
Tour di avvistamento dello squalo: 299NZ$ (180 euro in base al cambio)
Shark cage diving – per diver certificati: 469 NZ$ (285 euro in base al cambio)
Shark cage diving – per chi non ha esperienza: 568 NZ$ (340 euro in base al cambio)
Il costo maggiorato di 99 NZ$, nel caso non foste diver certificati, serve per coprire i costi del breve corso di approccio alla subacquea tenuto a bordo
I prezzi riportati sopra sono quelli base e includono l’attrezzatura necessaria per vivere l’esperienza, come muta e maschera, uno spuntino a metà mattina e un pranzo leggero.
Il pasto consiste in un buffet composto da panini, pollo fritto, frittate e qualche dolce.
Questo è diponibile solo il primo giorno d’avventura, in caso di mancato avvistamento dello squalo il secondo giorno sarà vostro compito portare con voi il pranzo al sacco.
La compagnia di Shark Experience noleggia goPro o macchine fotografiche subacquee per coloro che vogliono avere un ricordo di questa magnifica esperienza, ma non anno un’attrezzatura adeguata.
Un giorno – Go Pro Session: 45 NZ$ (27 euro in base al cambio)
Un giorno – Macchina fotografica subacquea: 10 NZ$ (6 euro in base al cambio)
Cosa portare con voi
Il clima di Bluff è fresco tutto l’anno, raramente si raggiungono i venti gradi.
L’oceano è freddo con temperature che variano dai dieci ai tredici gradi. Questo inevitabilmente influisce su ciò che deve essere inserito nello zaino. Ecco un elenco di ciò che potrebbe tornare utile:
- Costume: da tenere sotto la muta
- Ciabatte
- Asciugamano: finita l’escursione avrete bisogno di asciugarvi per indossare vestiti caldi
- Sottomuta: una barriera in più tra il corpo e l’acqua fredda con una temperatura che varia dai dieci ai sedici gradi
- Vestiti caldi: una volta usciti dalla gabbia, a causa della bassa temperatura dell’acqua e del clima esterno, avrete freddo.
- Pastiglie per il mal di mare: il movimento del gommone accentua il malessere
- Action cam: per riprendere questo momento che difficilmente potrete rivivere. Un manico galleggiante è la soluzione migliore, la gabbia si muove in base alle onde, se vi scivola di mano potrete recuperarla facilmente
Piccoli suggerimenti per l'immersione in gabbia con lo squalo
- Inseritevi nel primo gruppo che si immerge, lo squalo capito l’inganno della finta esca si allontana per cacciare in zone più prospere.
- Cospargete la saliva o il detersivo per i piatti all’interno della maschera e risciacquatela prima di scendere in gabbia. Eviterete che si appanni una volta sott’acqua.
- Attenti agli oggetti che luccicano, gli squali ne sono molti attratti e possono esaltarsi.
- Se non avete mai usato un respiratore fate delle prove in superficie. Respiri lenti e profondi sono la chiave.
Pro e contro del cage diving in Nuova Zelanda
I vantaggi di questa escursione sono:
- La possibilità di ripeterla in caso di mancato avvistamento. La compagni infatti rilascia un buono della validità di un anno
- Un numero limitato a dodici partecipanti per permetterti di goderti al meglio l’esperienza
- Attrezzatura per l’immersione in buono stato
- Ottima visibilità sott’acqua rispetto in altre acque in cui è praticato il cage diving
I contro sono:
- Il clima neozelandese che non permette di raggiungere temperature confortevoli fuori d’all’acqua. In caso di cielo coperto il freddo è molto.
- Le leggi neozelandesi. Queste vietano di dare cibo agli squali che capito l’inganno si allontanano in poco tempo
E voi avete mai provato il cage diving? se si raccontateci la vostra esperienze oppure, se gli squali sono la vostra passione, scoprite dove nuotare a fianco di uno squalo elefante